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The Whale – la luce nell’animo umano

Un grande trionfo agli Oscar per Brendan Fraser e per The Whale, pellicola sensibile e toccante che tocca le corde più intime e fragili dell’animo umano.

Charlie è affetto da una grave forma di obesità, che lo obbliga a rimanere chiuso in casa,  alternando il suo tempo tra lezioni di scrittura online, a webcam rigorosamente spenta e le conversazioni con la sua amica infermiera Liz. L’aggravarsi della propria patologia, porta il professore a voler rimettere insieme i pezzi della sua vita, riallacciando i rapporti con sua figlia, Ellie, abbandonata dopo aver dichiarato la sua omosessualità.

Difficile guardare The Whale senza far si che la nostra parte irrazionale e più emotiva prenda il sopravvento. Al termine della visione, lo spettatore si fa quasi pervadere da una dolore “soave”, che lo culla, donandogli una sorta di pace.
The Whale è un intenso dramma claustrofobico con il quale Aronofosky cerca di portare a compimento un’analisi della disperazione umana già osservata in The Wrestler e Mother!.
Ogni personaggio che ruota nel film sembra ambire, a volte inconsapevolmente, alla salvezza altrui. Liz assiste Charlie ogni giorno, gli misura i parametri, acquista gli alimenti, gli fa avere anche una sedia a rotelle adatta a lui.
Il loro rapporto non è solo sincero, ma nasce soprattutto da una reciproca necessità di affrontare il proprio dolore e i propri traumi. Charlie è consapevole che la sua condizione è frutta di un profondo dolore causato da una perdita che egli non riesce a gestire. I giorni della settimana appaiono sullo schermo, scandendosi come un conto alla rovescia, indice della fine ormai vicina per l’uomo.
Consapevole di essere ormai prossimo alla fine, Charlie decide allora che se non potrà aiutare se stesso, aiuterà gli altri.
La sua salvezza è il rapporto con Ellie, bisognosa di amore e di essere
salvata dalla propria rabbia e frustrazione.  Per tutto il film, assistiamo al tentativo di Charlie di entrare in punta di piedi nella vita di sua figlia, animato dal forte senso di colpa. Dall’altra parte osserviamo l’ostilità di Ellie che, odiando il padre, ma desiderandone anche l’amore, ritorna sempre. Un rapporto animato da una forte parabola del perdono e del dolore.
Come in molte opere della sua filmografia, Madre! O Requiem for a Dream, Aronofsky predilige gli spazi chiusi e claustrofobici, simbolo di caos e dolore. Il dolore e il caos nell’animo di Charlie è controbilanciato da una casa, nella quale tutta la storia è ambientata, ordinata, solita. In questo contesto di quotidianità, la vita di Charlie si sussegue, implodendo in se stessa, scandendo il suo tempo tra abbuffate,
immobilità e rischi di soffocamento. Charlie è un abile comunicatore, ma non riesce a descrivere ciò che prova, in un tema dell’ineffabilità che gli rende quasi impossibile abbattere i propri muri.

The Whale si regge sulla potenza espressiva di Brendan Fraser, il quale, dopo un
periodo di buio, ritorna felicemente alla ribalta e uno splendore più forte di quanto non lo fosse negli anni ’ 90. E’ quasi come se fossimo in grado di cogliere i dolori e la personalità di Fraser attraverso la disperazione di Charlie. Fortunatamente, il regista ha lasciato totale libertà all’attore, facendo si che questo plasmasse in parte il suo personaggio su se stesso.  Charlie diventa una tela bianca sulla quale dipingere e mostrare i suoi propri sentimenti.

Sicuramente The Whale è un film diverso rispetto alla tipica filmografia di Aronofsky. Si tratta  di un’opera latente della forza simbolica tipica dei suoi altri film. Probabilmente, ciò
accade in quanto il film non ha bisogno di simboli, parla da sola e cresce, senza aiuto di immagini metaforiche e grazie ala sola forza espressiva dei suoi interpreti.
Nonostante la fattura di The Whale possa apparire semplice, trattandosi di una storia ambientata in un unico ambiente, essa risulta estremamente potente.  Lo spettatore prova un dolore salvifico,  in quanto, nonostante ogni nostro tentativo di
autodistruzione, l ’essere umano troverà sempre, anche vivendo i suoi ultimi istanti, il coraggio di rialzarsi, trasformandosi in luce.
Potente è il riferimento alla fede, come elemento grazie al quale la salvezza può avvenire. Non una fede religiosa promulgata dai fanatici, ma una fede verso il genere umano, una fede nell’amore, nella speranza, di cui Charlie si fa portavoce. La fiducia nell’altro, nell’amore raggiunge il suo apice nella meravigliosa scena finale, con una luce che non solo pervade Charlie, ma avvolge e abbraccia Ellie stessa che, tra le lacrime, apre una porta che finalmente lascia trapelare i raggi del sole.
The Whale è una piccola perla, non solo ​per la forza del suo messaggio e per l’interpretazione di Brendan Fraser. Contribuiscono anche le interpretazioni di una giovanissima Sadie Sink (Stranger Things) e Hong Chau.
Il nuovo e anomale film di Aronofnsky è un’opera da osservare con attenzione e sensibilità.