The Founder è un biopic su Ray Kroc, cinquantenne che, a cavallo dei magnifici anni ’50, passò dall’essere un venditore porta a porta a magnate del fast food americano per eccellenza .
Ma questo film non sarebbe chissà quanto interessante se fosse l’ennesima celebrazione del self made man… c’è forse anche questo in The Founder, ma soprattutto c’è un uomo scaltro, mosso da una volontà ferrea e disposto ad azioni che avranno conseguenze importanti su chi gli sta vicino.
In tutto questo, è funzionale la regia asciutta di Hancock che non giudica il personaggio, ma ce ne mostra semplicemente le gesta. Sta allo spettatore avere empatia per un uomo di mezza età che rischia tutto per un sogno e non teme il fallimento, oppure ritenere il protagonista il cattivo del film, un’anima venduta al capitalismo più spinto, con buona pace di chi mette davanti la propria umanità agli affari.

Ma in the Founder questi ultimi sono relegati al ruolo di comprimari: Keaton è davvero potente, restituendo un Kroc paragonabile a un camion, che divora la scena prendendosi tutto quello che vuole e investendo chi lo intralcia.
C’è una parola usata in due momenti chiave del film: perseveranza.
Un concetto potentissimo, superiore a talento, genio e istruzione. Sta a voi riflettervi allo specchio per capire se di perseveranza è lastricata la strada del successo o quella della dannazione.