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The Disaster Artist – La recensione

Greg Sestero è un giovane e timido attore di San Francisco, è motivato, piuttosto belloccio, ma troppo timido per poter sfondare a Hollywood.

Siamo nei primi anni ’00.
I social media sono ancora roba da nerd e la gente ha appena finito di piangere per l’inconsolabile trauma mediatico del World Trade Center.
In una piccola scuola di recitazione, Greg, un giorno, conosce un buffo personaggio, anche lui un attore, sicuramente più eccentrico e audace.
Dice di venire da New Orleans, forse deve essere per questo che recita Un tram che si chiama desiderio.
Ma lo fa con un curioso accento che sembra proprio dell’Est Europa.
Il suo nome è Tommy Wiseau e di lì a poco avrebbe cambiato la vita di Greg.
I due, nel giro di un paio di settimane, diventano amici intimi e forse per Greg anche un po’ troppo intimi, visto Tommy, infatti, con lui, è particolarmente morboso e possessivo.

James Franco

Questo però cambia poco.
Greg vuole recitare e anche se la cosa non è spiegabile in nessun modo.
Tommy ha molti soldi per esaudire il suo desiderio.
I due decidono così di trasferirsi a Los Angeles, la città degli angeli, dove tutto è possibile.
Dove anche due attori mediocri come loro, possono sfondare.
Tommy ha un’idea.
Scrivere una sceneggiatura, una, a dir poco, curiosa storia d’amore e decide di investire parte dei suoi misteriosi soldi in un film auto prodotto, un pellicola indipendente da oltre 6 milioni di dollari, The Room.

Tutto questo è accaduto realmente e la pellicola della premiata ditta Sestero/Wiseau, sarebbe stata di lì a poco stroncata dalla critica come il più brutto film mai girato.
Diventando però, curiosamente, nel corso degli anni successivi, un vero e proprio cult.
Quello che avrebbe dovuto essere un drammone sentimentale, finì col diventare una commedia.
Un oggetto misterioso che farà un boom pazzesco in home video, quando ancora i film si noleggiavano in videoteca.
Ed è qui che finisce The Room e inizia The Disaster Artist, un film su un film, una delle operazioni metacinematografiche più interessanti dai tempi di Forgotten Silver mokumentary del Peter Jackson pre-Mordor.



James Franco coinvolge nel progetto molti suoi amici e colleghi.
Tutti sinceri ammiratori dell’esilarante recitazione sopra le righe di Wiseau e tutti innamorati di questa improbabile pellicola generazionale che per molti ha segnato la nascita della Y Generation.
Quella capace di diventare famosa anche solo con un account Youtube.
Tra gli attori che recitano o che semplicemente appaiono in un cameo di The Disaster Artist, troviamo oltre ai fratelli Franco, nelle parti di Wiseau e Sestero, anche Seth Rogen, Alison Brie, Sharon Stone, Melanie Griffith, Zac Efron, Bryan Cranston, Zach Braff, J. J. Abrams, Lizzy Caplan, Kristen Bell, Kate Upton fino al principe delle commedie indipendenti Kevin Smith.
Un film corale, autentico e nostalgico, a cui non manca l’audacia e che si colloca sulla scia di Ed Wood, altra magistrale pellicola firmata da Tim Burton 24 anni fa, col dichiarato intento di rendere omaggio al concetto di brutto.

Che poi, in fondo, come dice lo scrittore Matt Haig: Se pensi che qualcosa è brutto, stai guardando male. La bruttezza è solo un fallimento del vedere.

Recensione a cura di Giuseppe Silipo