Peter chiede aiuto a Dottor Strange, quando la sua identità di Spider-Man viene rivelata. Qualcosa va storto e il multiverso diventa una grande minaccia. Dovrà riparare ai suoi errori, capendo cosa vuol dire essere l’uomo ragno.
E’ uscito nelle nostre sale Spider-Man: No Way Home, terzo capitolo stand-alone con Tom Holland nei panni dell’amichevole Spider-Man di quartiere. Un sequel molto atteso montato anche da mesi e mesi di rumors, gossip, teorie più o meno fondate.
Divertentissimo, emozionante, adrenalinico, commovente…epocale.
Sì, epocale perché Spider-Man: No Way Home unisce personaggi di tutte e tre le versioni portate sul grande schermo dell’uomo ragno (non dimenticandosi una strizzata d’occhio al capolavoro d’animazione Spider-Man: Un nuovo universo). Quindi è emozionante sedersi e gustarsi uno spettacolo costruito a regola d’arte con personaggi che hanno fatto parte del tuo essere cinefilo per quasi due decenni.
Si esulta quando compare il Dr. Otto Octavius interpretato da un gigantesco Alfred Molina, si sussulta quando si rivede Willem Dafoe col suo Green Goblin. Non mancano Rhys Ifans come Lizard, Thomas Haden Church come Sandman e Jamie Foxx come Electro, per l’occasione con un restyling che gli offre giustizia.
Non solo azione, ma sono interessanti i discorsi di etica e il fatto che vada a unire un universo cinematografico iniziato nel lontano 2002 col primo iconico capitolo diretto da Sam Raimi. Si parla di vari tipi di perdita, di responsabilità, di vivere col proprio potere con questa quote ormai incisa nella storia – al punto che viene utilizzata anche da RuPaul nell’iconico e pluripremiato show RuPaul’s Drag Race – che recita “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità.”
Unico difetto di questa meravigliosa giostra di emozioni? Le continue gag e battutine superflue che alla lunga stancano, messe per arruffianarsi il pubblico più piccolo.
Infatti il film decolla ancora di più nella seconda parte dove il regista Jon Watts ci regala una lezione di grande cinema con la C maiuscola. Bellissimi gli effetti speciali, le coreografie dei combattimenti e dei dettagli narrativi che si sposano alla perfezione, commuovendo. Proprio grazie a questi momenti eccezionali si ha l’impressione che questi sketch siano veramente fuori luogo, come quando conosci una persona splendida che per farsi piacere fa continue battute.
Fortunatamente questo difetto non toglie Spider-Man: No Way Home al secondo posto dei film più belli sull’uomo ragno dopo Spider-Man 2 diretto da Sam Raimi.
Ottime le interpretazioni di tutto il cast capitanato da un perfetto Tom Holland e una Zendaya ormai garanzia in ogni sua interpretazione. Inutile riportare tutti visto che la lista sarebbe troppo lunga…e piena di spoiler, ma vale la pena citare il magnifico Benedict Cumberbatch come carismatico e ganzissimo Doctor Strange. Degna di nota anche la grandiosa la colonna sonora di Michael Giacchino.