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Sei vecchio: PIXELS

Un inno di amore agli anni ’80, sfacciato nei primi minuti fatti di biciclette, sale giochi e vestiti orrendi, ma che si protrae per tutta la pellicola: Pixels ci sbatte in faccia un immaginario che non invecchia di un minuto e resta sempre un piacere per occhi e orecchie.

Il film di per sè ha semplicemente del miracoloso nel non essere un tripudio trash, basandosi su un plot che vede gli alieni attaccarci a colpi di videogames vintage. Certamente non si parla di capolavoro, ma il solo fatto di aver tirato fuori da una premessa simile una storia che intrattiene e sta -abbastanza- in piedi è davvero un ottimo risultato.

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incontri ravvicinati del Pac-man tipo

Il cast è azzeccato, con il solito ottimo Dinklage e un Josh Gad davvero capace come spalla comica; Sandler e Kevin James riescono a non essere fastidiosi, cosa niente affatto scontata, soprattutto per il primo. Quanto alla controparte femminile, Michelle Monaghan è sempre bellissima e il suo personaggio divertente, mentre una delle Pretty little liars ha una parte abbastanza…bidimensionale.

Pixels si affaccia, purtroppo solo abbozzandoli, anche a sottotesti interessanti: tramite un incontro tra diverse generazioni a confronto, si capisce come sia importante, nella vita, andare al di là degli schemi.

Neanche a dirlo, d’annata anche la colonna sonora; strano non aver risentito anche questa:

VOTI FINALI
voto
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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.