poveri-ma-ricchi

Essere ricchi può aiutare ad essere felici! Si dice spesso, è una frase fatta ma c’è tanto altro oltre: la ricchezza è una prospettiva, un’aspettativa nei confronti dei nostri bisogni e dei nostri desideri.

Quindi se la felicità (intesa come denaro) suona improvvisamente alla tua porta come gestirai la situazione?
È ciò che accade in Poveri ma ricchi ai Tucci, modesta famiglia della provincia romana dopo aver vinto 100 milioni di euro. Esternare la loro contentezza o celare la vincita in una piccola comunità dove tutti si aspettano la generosità dei vincitori?

La seconda opzione è quella che la famiglia capitanata dal padre interpretato da Christian De Sica percorre con convinzione ma l’esuberanza e il lato verace di questi individui prendono il sopravvento. Così quando si diffonde la notizia marito, moglie, figli, suocera e cognato fanno le valigie direzione Milano, perché è lì che nel loro immaginario risiedono i ricchi.
Fausto Brizzi
si diverte a giocare con i luoghi comuni e situazioni contemporanee portate all’eccesso: la figlia adolescente dipendente dallo smartphone e che si esprime con gli hastag, la nonna (Anna Mazzamauro) incallita affezionata delle fiction, allacciando la nuova dimensione dei Tucci ad una satira antropologica sui ceti benestanti, i ricchi del 2016 non ostentano, sono attenti all’ambiente e all’alimentazione, insomma sono riservati nella loro agiatezza. All’opposto i Tucci non conoscono la parola moderazione, nel loro inaspettato benessere non badano a spese, sono smisurati nel soddisfare i lori bisogni, sfarzosi ed eccentrici non rinunciano alle vecchie abitudini: il rito dei supplì fritti certifica la loro natura.

Il ritratto caricaturale di ambientazioni e caratterizzazione dei personaggi però non è mai stonato, ma trova un dignitoso equilibrio nella vena comica dei suoi interpreti, su tutti Christian De Sica, così che narrazione e battute (anche quelle più facili) viaggiano sullo stesso binario.
Chi invece segue una propria strada è il cognato Marcello (Enrico Brignano) visionario e inconcludente agronomo, il quale per conquistare la giovane Valentina (Lodovica Comello) decide di rinunciare alla tanto bramata sicurezza economica; una parentesi questa che nell’amore trova la meta poetica di un relazione poco credibile. Una sotto-trama che chiaramente rientra nel tono farsesco di tutta la storia ma che non raggiunge l’alchimia scenica e attoriale del resto del racconto.

Dopo il piatto e scialbo Forever Young Fausto Brizzi con Poveri ma ricchi (basato sul francese Les Touché) realizza una commedia dove si ride bene e senza eccessive superficialità. Un film non certo trascendentale per sceneggiatura, le dinamiche messe in campo sono conosciute (dei poveracci che diventano ricchi) ma assolutamente godibile grazie a performance attoriali soddisfacenti, straordinaria l’esuberanza di Lucia Ocone, capaci di conferire a Poveri ma ricchi una colorata musicalità.

VOTI FINALI
3
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Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -