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Piccole donne (2019) – La Recensione

Sviluppata attraverso un doppio filo narrativo e continui flashback, riprende vita la celebre storia di Jo March e delle sue sorelle.

Parallelamente viene sviluppato il metatesto autobiografico che identifica la giovane Jo come alter ego della scrittrice Louisa May Alcott.

Settimo adattamento cinematografico del celebre capolavoro letteratura americana del XIX secolo, questa nuova versione di Piccole Donne è, prima di ogni cosa, un’opera della talentuosa regista, autrice e attrice Greta Gerwig. Paladina e portavoce del cinema indie e, diciamolo, un po’ radical chic della west coast. Greta ha folgorato un po’ tutti con la sua (quasi) opera prima Lady Bird, rivelazione dei Premi Oscar 2018. Lei interprete, musa e attrice e compagna del Noah Baumbach di Marriage Story, la sua Frances Ha, la sua Mistress America. Greta che accetta un lavoro su commissione, così opulento e pieno di insidie e responsabilità verso le grandi multinazionali del cinema. Apparentemente una contraddizione. Eppure la Gerwig e la Hollywood che stacca assegni sono andati perfettamente d’accordo a quanto pare.

Emma Watson, Saoirse Ronan, Eliza Scanlen e Florence Pugh 

L’autrice ha affrontato l’opera della Alcott in punta di piedi, rispettosa della devozione verso il romanzo (e le versioni cinematografiche) di milioni di lettrici in tutto il mondo.

Generazioni di “piccole donne” che da anni ridono e piangono delle (dis)avventure delle sorelle March e dell’eroina Jo, moderna Greta Gerwig, forte e indipendente intellettuale nello show business per eccellenza, bianco, omofobo e misogino.

Da qui alle polemiche sulla candidature agli Oscar il passo è ovviamente breve poiché Piccole Donne è stato candidato come miglior film ma Greta non ha avuto quella come miglior regista. Nessuno si offenda. Il film della Gerwig è delizioso, ma Greta sa in cuor suo è consapevole che l’annata 2019 ha portato nella short list finale performance registiche di livello assoluto, tra le migliori di tutto il decennio. Escluderla non è stato maschilismo ma solo meritocrazia. Chiuso questo capitolo, torniamo al film.

Raffinato manifesto femminista viene riproposto in una versione fresca e generazionale dalla Gerwig.

La regista si affida ad un instant cast straordinario composto dalle giovani e brave Saoirse Ronan (già protagonista di Lady Bird), Emma (Hermione) Watson, Florence Pugh (Midsommar) ed Eliza Scanlen (Sharp Objects). A lorovengono affiancate la zia Meryl Streep e madre Laura Dern. Tra i maschietti c’è il duo Timothée Chalamet/Louis Garrel.

Una prova corale nella quale spicca ovviamente la bravissima Saoirse Ronan, costretta a confrontare la sua Jo con quelle passate di Katharine Hepburn, June Allyson e Winona Ryder, tra le più note.

Piccole Donne è una pellicola assolutamente piacevole, nonostante qualche momento di appannamento nella scrittura e una regia un po’ pavida. Un film classico all’ombra di giganti come Cukor o Sirk, incapace di aggiungere molto al testo, poiché il testo non è minimamente invecchiato ed è ancora potente ed attuale.