Home recensioni biografico Old Man & the Gun – La Recensione

Old Man & the Gun – La Recensione

“I’m not talking about making a living. I’m just talking about living.”

Si potrebbe riassumere con questa frase “Old Man & the Gun”, non una pellicola qualsiasi, ma l’ultima di una leggenda vivente del cinema. Si, perché Robert Redford, dopo questo film, ha annunciato il suo ritiro.

45 prove come attore, 9 come regista, due premi Oscar: uno nel 1981 come miglior regista per Gente comune e uno alla carriera nel 2002 e fondatore con l’amico regista Sydney Pollack del Sundance Film Festival. Ma non siamo qui a celebrare questa icona del cinema, ma a discutere di Old Man & the Gun, nel bene e nel male. La pellicola è basata sulla storia vera di Forrest Tucker, criminale per vocazione e artista delle evasioni. Ispirato dall’omonimo articolo scritto da David Grann e pubblicato nel 2003 sul New Yorker, giusto un anno prima della morte del rapinatore.

Il film si concentra sugli ultimi anni di Tucker (Redford), le sue ultime rapine da gentiluomo, sempre col sorriso sul volto e con una pistola che secondo molti non ha mai sparato. La vecchiaia e la voglia di continuare a vivere seguendo il suo istinto, nonostante l’incontro con Jewel (Sissy Spacek). Sulle sue tracce ovviamente il classico poliziotto cinico e un po’ burbero (il solito masticato Casey Affleck). Quindi tanti altri personaggi e straordinari attori come Danny Glover (ci sta tutta la citazione da Arma Letale “i’m too old for this shit”), ma anche un sorprendente Tom Waits ed Elisabeth Moss (The Handmaid’s Tale).

Tutti insieme per rendere omaggio a Redford.

Quanto alla regia l’attore ottantenne si affida a David Lowery, col quale ha già lavorato ne Il drago invisibile (2016). Regista curioso e di gran talento, forse troppo attento a far carriera e non a creare una sua filmografia. Basti pensare che giusto un anno fa aveva firmato quel piccolo gioiello di A Ghost Story (proprio con Casey Affleck).

Old man and The Gun è un film elegante e scanzonato come il suo protagonista. Sembra un New Hollywood un po’ invecchiato, con una regia molto colta (tante le citazioni) e sobria. E se la sceneggiatura, crepuscolare e lontana dai cliché del classico heist movie, talvolta rallenta un po’, impressionante è invece l’alchimia tra gli attori. Ovviamente in primis Redford/Spacek ma anche le improvvisazioni di Waits davanti ad una birra.

Sembra tutto un po’ casuale, ma casuale non è. Sembra tutto già visto e infatti è volutamente così. Dentro questo Old man troviamo La caccia di Arthur Penn, Butch Cassidy and the Sundance Kid di George Roy Hill, Corvo Rosso di Pollack, ma anche Brubaker, La mia Africa e I Signori della Truffa. Tutti tasselli fondamentali della splendida e longeva carriera di Redford.

C’è poi un’ultima citazione che non viene da un vecchio film di Redford ma da Gran Torino di Eastwood, un altro nonno che ha ancora qualche colpo da sparare….