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Oasis: Supersonic – La recensione

Ringraziamo la nostra amica e fan Chiara Staffolani per la recensione di “Oasis: Supersonic”
E’ possibile riassumere “Oasis: Supersonic” in pochissime parole? Sì, addirittura lo si può fare con una sola: nostalgia.

È la nostalgia, infatti, il filo conduttore che lega tutto questo film, o perlomeno la sensazione avuta uscendo dalla sala. Per noi, nati negli anni Ottanta, vedere questo documentario è stato un tornare indietro nel tempo, al 1994 o giù di lì, quando questi ragazzi di Manchester erano tra le band più famose dell’epoca. Internet era ancora ai primordi, Youtube non era nemmeno nella mente dei suoi creatori, la musica si ascoltava sulle cassette. Pagine e pagine di quaderno venivano riempite dai testi delle canzoni, rigorosamente copiati a mano dai giornali (ricordate? Niente Internet!). Tra i brani più citati, molti erano degli Oasis: “Supersonic”, “Live forever”, “Wonderwall”, “Whatever” tra i tanti.

Liam e Noel Gallagher, protagonisti del documentario
Noel e Liam Gallagher

Il film comincia con le immagini del concerto tenutosi a Knebworth, nel 1996, davanti a 250.000 persone, forse il momento di maggior successo della band. Nella frase “This is history, this is history, right here, right now” pronunciata nell’occasione da Noel Gallagher, è condensata l’enorme popolarità di cui il gruppo godeva. Da questa data il film procede a ritroso fino ad arrivare agli inizi.

Non solo della storia della band, ma anche della famiglia Gallagher. Liam e Noel vivono con la madre Peggy e il fratello Paul in un sobborgo di Manchester, dopo un’infanzia caratterizzata dalle violenze e dal divorzio dei genitori. Un’infanzia difficile che si trasforma in un’adolescenza complicata, contrassegnata da risse, uso di droghe e comportamenti ribelli e provocatori. Nel 1991 Liam fonda una band con i suoi amici e, nel giro di breve tempo, convince anche il fratello maggiore Noel a unirsi. Emerge il talento di Noel come autore e leader e si assiste all’ascesa degli Oasis nella scena musicale britannica. Diventano i divi del momento, scalano classifiche di vendita, partecipano a trasmissioni televisive come “Top of the Pops”. Epica la loro rivalità con gli altri gruppi, in particolare con Blur e Boyzone.

Genio e sregolatezza si alternano in tutto il periodo di attività della band. La genialità nel realizzare pezzi divenuti memorabili fa da contraltare alle continue liti ed episodi controversi che li caratterizzano. Liam e Noel Gallagher, novelli Caino e Abele, hanno dato vita a una lotta fratricida andata avanti per anni. Conseguenza finale non poteva essere altra che lo scioglimento degli Oasis, per la disperazione dei fan.
Il documentario raccoglie interviste e filmati inediti, sotto la regia di Mat Whitecross. Produttori del film, James Gay Rees e Asif Kapadia, già premio Oscar per “Amy“.

In conclusione, “Oasis: Supersonic” cavalca il filone nostalgia degli anni ’90, tornato prepotentemente di moda in questo ultimo periodo. Per fortuna però, lo fa regalandoci due ore intrise di ricordi e ottima musica! Piacerà a tutti i fan della prima ora, ma anche a chi ha imparato a conoscerli e apprezzarli in seguito. Le due ore di pellicola scorrono veloci, col merito di non annoiare mai, divertire e reggere un ritmo costante. Se, tuttora, le radio continuano a trasmettere le loro hit, come si può negare l’importanza che questa band ha avuto nella storia della musica, non solo britannica, ma addirittura mondiale? Impossibile!