In “Moonlight” seguiamo la vita di Chiron dall’infanzia all’età adulta. Il giovane lotterà ogni giorno per trovare la sua strada nel Mondo con eventi che cambieranno la sua vita per sempre.
Tratto dallo spettacolo teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney, “Moonlight” è inaspettatamente uno dei film a tematica LGBT più belli degli ultimi anni anche se è riduttivo classificarlo con questa etichetta.
Il dramma di Barry Jenkins è un racconto realistico di una persona vittima di bullismo che è confusa, ma soprattutto sola. Bellissima l’idea di seguire il Chiron in tre periodi della sua vita, momenti importanti per tutti: infanzia, adolescenza, maturità. Il concentrarsi su questi istanti serve a mettere ancora più a fuoco come cambia la vita del protagonista. Quando degli eventi tristi cambiano per sempre.
Si parla di bullismo, di solitudine, di accettazione e non si cade mai nel patetico o nel ricattatorio. Purtroppo è così la vita e “Moonlight” è nudo, crudo, puro.
La storia non è niente di nuovo, ma il modo di raccontarla non è assolutamente da sottovalutare. La sceneggiatura è bellissima e ci regala dei bellissimi dialoghi di rara sensibilità: non solo quelli del protagonista con Juan, ma anche quelli con Kevin in tutti e tre i momenti, specialmente nel finale. Non dico altro.
Splendida la regia di Barry Jenkins sempre delicata e raffinata anche nelle scene più dure e superba la fotografia di James Laxton, una delle più belle degli ultimi tempi. Pazzesca!
Molto buono il cast dove spiccano Naomie Harris nella migliore performance della sua carriera e l’ottimo Mahershala Ali con un bellissimo personaggio, entrambi nominati agli Oscar. Da non sottovalutare gli esordienti Alex Hibbert, Ashton Sanders e Trevante Rhodes nei panni del protagonista nei vari momenti.
“Moonlight” è un piccolo grande film di grande dolore interiore che ti prende ed emoziona senza mai urlare. Toccante e di gran classe. Meritato ogni premio vinto, decisamente!