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Midway (2019) – La Recensione

Stargate, Independence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow, 2012, sono solo alcuni dei titoli della carriera del regista tedesco Roland Emmerich.

Cinema catastrofico ed action ad alto tasso adrenalinico marchio di fabbrica di un autore che ha sempre posto l’intrattenimento come primo obiettivo della sua missione cinematografica. Se a ciò uniamo anche pellicole come Il patriota con Mel Gibson e Heath Ledger, diventa chiaro che probabilmente nessuno avrebbe potuto rendere al meglio la sceneggiatura di questo Midway.

La storia ovviamente si ispira all’omonima battaglia combattuta tra il 4 e il 7 giugno 1942, durante la seconda guerra mondiale, tra la Marina degli Stati Uniti e quella Imperiale giapponese nei pressi delle isole Midway.

All’indomani dell’attacco a sorpresa sferrato dalle forse del Sol Levante il 7 dicembre 1941 nella celebre base di Pearl Harbor, un’intera nazione viene trascinata nel secondo conflitto mondiale. La voglia di vendicare oltre 2400 vittime, divenne un’ossessione per i soldati statunitensi.

A capo della gloriosa flotta navale americana, l’ammiraglio Chester Nimitz (Woody Harrelson). Uomo tutto d’un pezzo chiamato a sostituire il coraggioso ma acciaccato William “Bull” Halsey (Dennis Quaid). Un’operazione militare che si appellerà ai più alti valori patriottici di uomini e donne degli Stati Uniti d’America.

Midway ha tutti i pregi e tutti i difetti del cinema di genere hollywoodiano.

Formalmente accattivante per il grande pubblico, ma anche pomposa enfasi patriottica e visione storica unilaterale. Caratteristiche che trasformano la pellicola in 138 minuti di testosteronica “epica senza replica”. Il film relega infatti i giapponesi ad un ruolo marginale e peggio ancora stereotipato.

La pellicola di Emmerich è talmente fuori tempo limite e old style da  risultare anacronistica sia nei contenuti che nella forma. La sceneggiatura di Wes Tooke si sforza inoltre di affrontare un numero eccessivo di storie e personaggi finendo per risultare troppo semplicistica e confusionaria. Fortunatamente ci sono anche scene di guerra esaltanti e molto ben girate.

Il ritmo serrato conferito dalla mano esperta di Emmerich è il punto di forza di Midway.

A ciò si unisce l’ottimo lavoro del cast nel quale spiccano oltre ai nomi già citati di Dennis Quaid Woody Harrelson, anche quelli di Patrick Wilson, Luke Evans e Aaron Eckhart. Con loro anche attori/musicisti come Ed Skrein, Nick Jonas e Mandy Moore. Dalla parte del Sol Levante spicca invece il nome di Tadanobu Asano. L’attore, noto per le collaborazioni con registi del calibro di Kitano (Zatōichi), Takashi Miike (Ichi the Killer), da 10 anni ormai è in prestito per le grandi produzioni americane (Battleship, Thor).

Spassoso il breve “hommage” metacinematografico dedicato al John Ford. Il regista di Ombre Rosse nel ’42 infatti prese parte agli scontri girando il documentario La battaglia delle Midway. Pur ferito ad un braccio e cercando di schivare con impavido patriottismo i colpi nemici, urlò al suo operatore la celebre battuta: “Shoot the damn picture!”.

Forse unico lampo di genio in una pellicola da vedere e poi riporre nel dimenticatoio.