Home recensioni avventura Matrix Resurrections – La Recensione

Matrix Resurrections – La Recensione

“Nulla placa l’ansia come la nostalgia”

Matrix Resurrections è un déjà vu, ma non inteso come revisione in corso del codice, ma dell’intero universo Matrix. Celebrazione esso stesso di tutto il mondo iconografico e cinematografico della trilogia che ha cambiato la storia della fantascienza al cinema. Gli autori giocano su diversi piani di lettura e sfondano pesantemente la quarta parete in diverse occasioni, parlando agli spettatoti e ai fan del film, della trilogia, di Animatrix, dei videogiochi e di tutto l’immaginario cyber punk che, a cavallo tra i due secoli, ha lasciato un segno definitivo tanto cinematografico quanto culturale.

Pillola rossa, pillola blu, l’Eletto, I Know Kung Fu, bullet time, e tutto ciò che sta dentro la tana del bianconiglio, quella del film originale del ’99, ripreso e gettato in un calderone metacinematografico dal quale è uscito fuori un nuovo film, per alcuni versi molto simile a quel capolavoro che tutti conosciamo. Matrix Resurrections ne ricalca la struttura narrativa.

Ma prima di andare avanti, diamo giusto qualche informazione sulla produzione: questo quarto capitolo è firmato da Lana Wachowski (questa volta senza Lilly) insieme a David Mitchell e Aleksandar Hemon, entrambi già coinvolti nella lavorazione di Sense8 e Cloud Atlas. Nel cast ritroviamo: Keanu ReevesCarrie-Anne MossJada Pinkett SmithLambert Wilson e Daniel Bernhardt nei loro rispettivi ruoli, tra le new entry figurano Yahya Abdul-Mateen IIJessica HenwickJonathan GroffNeil Patrick HarrisPriyanka Chopra e Christina Ricci.

Le due assenze che feriscono maggiormente sono quelle di Laurence Fishburne e Hugo Weaving.

Della trama invece, meno si sa e meglio è. Il film però non delude, forse non osa, ma nel complesso c’è sempre tanto divertissement, intrattenimento, spettacolo, CGI da paura, ironia, satira nei confronti dell’industria cinematografica (a proposito, restate seduti dopo i titoli di coda), ma soprattutto nostalgia a secchiate.

E’ tutto qui?

Non proprio. Lana non rinuncia a tema cardine di tutto il suo universo Matrix. Questa volta ne parla più apertamente ed esplode nella frase chiave della pellicola: “la scelta è un’illusione: sai già cosa devi fare”. Abbiamo creduto che pillola rossa o pillola blu facessero la differenza? Non è così. Non è più così. Non c’è maschio o femmina, bianco o nero, giusto o sbagliato, simulacri e simulazioni(cit.), film e realtà. Non si ragiona più in termini binari:

“Matrix” è ancora una metafora transgender.

L’Oracolo lo aveva detto anche a Neo 22 anni or sono: “Temet Nosce, conosci te stesso”. Solo noi sappiamo di essere innamorati, ce ne accorgiamo d’istinto. Per estensione la stessa cosa si può dire dell’essere transgender.

Matrix Resurrections è dunque una debordante, a volte criptica, seduta di autoanalisi.

Siate pronti a gustarvi un bel film d’azione, certo. Una soddisfacente overdose di adrenalina, e goduria primitiva, come quella rassicurante ‘finzione’, quel succulento boccone di bistecca al sangue che mangiava Cypher 20 anni fa, Ma al cinema invitate anche il vostro psicanalista, perché alla fine la realtà simulata potrebbe essere a sua volta una simulazione di realtà.