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Martin Eden – La recensione

Certo è che quando si fanno queste operazioni al cinema così ben riuscite  perchè si tiene fede  al testo  di un’ opera  letteraria come Martin Eden , romanzo di Jack London un classico senza tempo, il risultato può essere  meraviglioso ed emozionante.
E così è stato.

Il regista è un giovane talento campano.
Certo non è ambientato a San Francisco  ma a Napoli ma ciò che conta nella sceneggiatura è rappresentare cosa London deve aver provato  nel dover affrontare lo stritolamento dell’industria culturale che l’ha usato.
London però fa gridare a Martin Eden che non l’avranno mai perchè Martin Eden non esiste e così scivola via.
Il film è complesso e ben strutturato e la scelta dell’attore è stata azzeccata come non mai.
Luca Marinelli è perfetto.
Un  bel salto di qualità attoriale per lui.

Poi il regista ha chiamato  anche Carlo Cecchi che la telecamera se la mangia da consumato attore teatrale quale è.
Cecchi  interpreta in maniera convincente un vecchio mecenate e amico di Martin che lo avvicina al comunismo.
Le attrici hanno un  peso importante nella riuscita del film in quanto suggellano i passaggi fondamentali della vita di Martin Eden  e tutte interpretano  sempre in maniera convincente e significativa  le loro parti.

E’ UN FILM ITALIANO CHE FINALMENTE  HA UN RESPIRO INTERNAZIONALE

Il protagonista, questo marinaio con forti ambizioni di uscire dalla sua difficile  condizione sociale  con la determinazione disperata di  chi non ha niente da perdere, si trova  casualmente  a salvare un ricco figlio dell’aristocrazia partenopea che lo introduce nel mondo di sopra.
Con la voracità e e la velocità che contraddistingue  la giovinezza, ma quella curiosa e affamata di conoscenza, il marinaio cerca di raggiunger il suo sogno di diventare scrittore.
Non riesce però gestire  le regole scritte e non scritte del gradino sociale raggiunto.

Il regista usa in maniera efficace la fotografia inserendo tanto materiale d’archivio alternato alla finzione.
Esperimento questo complesso ma riuscito benissimo infatti il film scivola  incantando e coinvolgendo efficacemente  lo spettatore.
Se ne esce turbati come potevano turbarsi nel ‘900 coloro i quali vivevano  nel romanticismo.
La vita del protagonista potrebbe tranquillamente essere stata vissuta da chiunque altro  anche trasposta ai nostri giorni.
Se immaginiamo come sia difficile per un  giovane artista poter emergere
ai giorni nostri possiamo ben leggere nella scelta di Pietro Marcello questo tormento realizzato nel film.

Da vedere assolutamente.

Articolo a cura di Rossana Di Stefano