Alabama, anni ’60. Un ragazzino orfano, mentre alloggia in un resort con sua nonna, si imbatte in un congresso di streghe capitanato dalla perfida Strega Suprema.
Atteso inizialmente nelle sale per questo mese, poi posticipato al prossimo anno, anche “Le streghe” di Robert Zemeckis diventa vittima della pandemia uscendo direttamente in on demand sia in Italia (dal 28 Ottobre) che in America (disponibile su HBO Max). Nuova versione del celebre capolavoro letterario di Roald Dahl già portato sul grande schermo nel 1990 in “Chi ha paura delle streghe?” con Anjelica Huston.
Roald Dahl avrebbe adorato questo film visto il totale rispetto verso l’opera originale anche quando aggiunge sequenze e le modifica.
Sia chiaro, non pensate di trovarvi di fronte a un remake del film anni ’90 visto che sono agli antipodi, ma a una versione molto aderente del fantastico romanzo del 1983. Zemeckis torna a intrattenerci come ai tempi del cult “La morte ti fa bella” con un film lugubre, simpatico, divertentissimo, iconico, inquietante e campy. Anche se non ha molto appeal non ci si annoia mai ed è come fare un giro sulle montagne russe. Chi ama il romanzo, come chi scrive, adorerà questa versione. Funzionano anche le modifiche, come il cambio di location in Alabama con l’inserimento del voodoo che serve anche per dare più corpo al personaggio della nonna. Allo stesso tempo vengono messe delle leggere modifiche ogni tanto per sorprendere anche chi conosce già la storia.
“Le streghe” è una storia di crescita, di ribellione verso grandi, di accettazione.
Per una volta troviamo un giovane che fa della sua metamorfosi un pregio e non un difetto, anzi si trova subito a suo agio acquistando sicurezza e meno paura ad affrontare le difficoltà della vita. Dall’altra parte troviamo una nonna che accetta suo nipote indipendentemente dalla sua forma acquisita. Non tutti sono così fortunati! Non è la classica lotta del bene contro il male, ma molto di più come il finale potentissimo in linea col romanzo. Zemeckis, anche se ci ha abituato in passato con capolavori, anche qui è perfettamente a suo agio tra fantasia, orrore, avventura e divertimento. Scrive anche la sceneggiatura insieme a Kenya Barris e al grande Guillermo del Toro preoccupandosi di dare importanza non solo agli eventi, ma anche al corpo dei personaggi con delle gag che vanno a segno. Sembra di vedere un film figlio di un’epoca passata, come quei fantasy con venature horror degni anni ’80/90 diventati cult nel corso degli anni come “Hocus Pocus” o il suddetto “La morte ti fa bella”.
Certo, purtroppo anche qui Zemeckis è sotto effetto di cgi come negli altri fantasy che ha diretto negli ultimi anni, ma almeno qui non prevalgono su personaggi e storia. Gli effetti non sono all’altezza di tutto il resto, ma almeno non si va in overdose.
Che si ami o si odi, questo film è indimenticabile grazie a una cosa: Anne Hathaway nei panni della Strega Suprema.
L’attrice americana dà corpo a una delle streghe più sfaccettate e indimenticabili della storia del cinema, una donna così perfida e sadica che fa sembrare Maleficent un gattino indifeso sotto la pioggia. E’ così dentro al personaggio che ti scordi dell’attrice che la interpreta. La sua performance è una delle cose più belle a livello attoriale che ci ha regalato questo anno tremendo: meravigliosa, sadica, campy, perfida, divertentissima, sopra le righe ma mai fuori luogo.
Sia chiaro, i villain dei romanzi di Dahl sono così. Basta pensare alla signorina Trinciabue di Matilda o Willy Wonka da La fabbrica di cioccolato. La Hathaway porta al suo personaggio anche l’accento scandinavo che ha nel libro, ma non è esagerato e lo indossa come un accessorio portando a momenti esilaranti col personaggio del proprietario dell’hotel. La sua scena del Congresso è indimenticabile e, come hanno riportato le maggiori testate cinematografiche, non lascia mai agli effetti visivi di snaturarla e di sovrastarla. Una prova attoriale che la conferma come una della attrici più versatili e camaleontiche della sua generazione. Immensa!
Esemplare la resa cinematografica delle streghe in questa trasposizione, tremendamente fedele alle illustrazioni magiche di Quentin Blake.
Anche il resto del cast non delude, partendo dalla sempre ottima Octavia Spencer che disegna una nonna che noi tutti vorremmo avere. Protettiva, dolce, ma anche col pugno di ferro quando ci vuole. Perfettamente in parte sia il giovane Jahzir Bruno come protagonista che il divertentissimo Codie-Lei Eastick come Bruno Jenkins. Sempre irresistibile Stanley Tucci ed è splendido vederlo ancora con Anne Hathaway dopo “Il diavolo veste Prada”. Insieme fanno faville! Altra gemma splendente di questo film è la colonna sonora del grande Alan Silvestri che si infila nella storia come un meraviglioso guanto. Molto presente, ma allo stesso tempo senza sovrastare tutto. E’ parte integrante delle azioni, come in quei film muti della vecchia Hollywood. Bellissimi i costumi di Joanna Johnston, specialmente quello viola della Strega Suprema che è già Storia.
Chi si aspetta un nuovo film cupo e serio come quello precedente rimarrà deluso visto che rispetta lo spirito dello scrittore del romanzo: magico, divertente, inquietante, educativo ma mai bacchettone e serioso.
“Le Streghe” è un film bellissimo che ha tutte le carte in regola per diventare un cult da Halloween: divertente, inquietante, spesso indimenticabile e iconico. I fan del libro lo ameranno! Magari tutte le trasposizioni fossero come questa: seguire il materiale originale e rispettarlo nello spirito anche nelle modifiche. Capita raramente!
Consigliatissima la visione di questo film che diverte e intrattiene senza grandi pretese. Zemeckis ci ha abituato ad altro, ma per un Dahl addicted come chi scrive, è un grande sì. Da vedere assolutamente in lingua originale per apprezzare il grande lavoro della Hathaway.