Home Rubriche InstaCult La Congiura degli innocenti, di Alfred Hitchcock (1955)

La Congiura degli innocenti, di Alfred Hitchcock (1955)

In un ridente boschetto del Vermont, in una luminosa giornata d’autunno, si odono tre spari.
Il cadavere di un uomo, Harry, giace a terra tra le foglie d’autunno.

Della sua morte, ognuno all’insaputa dell’altra, si ritengono responsabili tre persone: la moglie Jennifer (Shirley Mac Laine) pensa di aver ucciso Harry dopo averlo colpito con una bottiglia. Albert Wiles (Edmund Gwenn) un vecchio capitano di marina in pensione è sicuro di averlo ucciso accidentalmente col suo fucile da caccia, mentre la zitella Miss Gravely (Mildred Natwick) è convinta che sia morto dopo averlo colpito col tacco della sua scarpa.
Ma sulla causa della morte di Harry si pongono molte domande anche un pittore astratto (John Forsythe), Tony, il figlio di Harry e un medico afflitto da una forte miopia.

Naturalmente, sentendosi tutti colpevoli, si adoperano per far sparire il cadavere che viene sepolto e dissepolto varie volte, finché l’inoppugnabile diagnosi del medico non rivela che Harry è morto per un colpo apoplettico, ponendo fine alle ipotesi e alle presunte colpe.
La vicenda si conclude dunque felicemente anche perché nel frattempo, sono sbocciati due amori, uno tra Miss Gravely e il vecchio capitano, l’altro tra il pittore astratto e Jennifer, vedova di Harry

Hitchcock si misura con una divertente commedia macabra, anti realistica, piena di humor nero molto british, la cui originalità consiste nel sottrarre il tema della morte e dell’omicidio alle regole e alle atmosfere del film giallo classico, raccontando una vicenda quotidiana, assurda e scherzosa.

Dice Hitch:
…è come se facessi vedere un assassinio in riva a un ruscello che scorre gorgogliando lievemente e versassi una goccia di sangue nell’acqua limpida.
Da questi contrasti nasce un contrappunto, e forse anche un improvviso innalzamento delle cose normali della vita
.

Il risultato è denso di ambiguità e, come spesso in altri film del regista, pieno di allusioni alla sfera sessuale.
Sceneggiato da John Michael Hayes, fu il film d’esordio di Shirley Mac Laine nel ruolo di una ragazza un po’ svitata che sarebbe divenuta una sua caratteristica.
Prima partitura musicale per Bernard Hermann e inizio di una lunga collaborazione con Hitchcock.
Notevole la fotografia di Robert Burks che indugia sui bei paesaggi del New England.

Gigi De Grossi