Winston: What do you need? John Wick: Guns. Lots of guns.
In questo scarno scambio di battute c’è tutto JW3, il nuovo capito del franchise nato dalla collaborazione tra il regista Chad Stahelski e il protagonista Keanu Reeves. Partiamo subito dalla conclusione di questa recensione: John Wick 3: Parabellum è una bomba!
Si, è vero, la sceneggiatura di Derek Kolstad, Shay Hatten, Chris Collins e Marc Abrams (ci si sono messi in quattro a scriverla) poteva concepirla anche un adolescente nerd-oruto e brufoloso, ma chi se ne frega! Si perché non si va al cinema a vedere un film come JW3 per echi di esistenzialismo bergmaniano o per contemplare i “non luoghi” edenici di Ozu.
Paghi il biglietto, ti accomodi in poltrona, vai per imboccarti quattro pop corn al caramello e poi…. e poi succede che non riesci più a staccare lo sguardo da questo capolavoro del genere action. Parliamo di 130 minuti di pura azione. Una combat arena interminabile, Kick Boxing, Boxe, MMA, Muay Thai, Karate. Ma soprattutto gente che ammazza gente con tutto ciò che capita, pistole, fucili da grande caccia, coltelli, libri, cani che si avventano su genitali, cavalli che decapitano persone con gli zoccoli posteriori, katane a mò di kebab su due tizi in moto.
Basta, altrimenti si sconfina nello spoiler. Aspettatevi però di tutto. Si fa veramente fatica a capire come possano aver girato alcune scene. Due in particolare (quella dei coltelli e quella dei cani) resteranno nella storia del cinema di genere.
Facciamo un passo indietro. Chad Stahelski ha esordito dietro la cinepresa proprio con il primo capitolo di questa fortunata serie di pellicole, ma questo ragazzotto che viene da un paesello del Massachusetts, non spunta dal nulla. E’ stato lui (con tutto ciò che comporta) a fare da controfigura a Brandon Lee ne Il Corvo e a seguire ha lavorato con i Wachowski proprio come stunt di Keanu Reeves nel ruolo di Neo. I due si sono promessi di collaborare ancora insieme e, detto fatto, sono usciti i primi due John Wick. Il primo elementare, spassoso, ma pur sempre una sorta di James Bond di serie B e poi il secondo che nel tentativo di drammatizzare la storia ha finito col perdere la strada maestra, deludendo una buona parte degli estimatori. Poi il 15 gennaio del 2019 viene lanciato il primo teaser trailer del terzo capitolo. Le aspettative s’impennano.
Nel cast oltre a Keanu Reeves anche Halle Berry, Laurence Fishburne, Anjelica Huston (bravissima come sempre), Ruby Rose, John Leguizamo e tanta altra gente. Colpisce la faccia da “stronza” (così l’ha definita una tipa dal fondo della sala) dell’esordiente Asia Kate Dillon. La giovane attrice forse qualcuno se la ricorda nella parte della nazi Brandy Epps in Orange is the new black. La sua parte spacca e il suo volto non lo dimentichi.
Quanto alle musiche non potevano essere che tiratissime e in linea con questo ipercinetico film. Sono state firmate da una vecchia conoscenza Tyler Bates, chitarrista di (o dovremmo dire “dei”?) Marilyn Manson e ha già fatto in passato OST per 300, L’alba dei morti viventi, Grindhouse, Deadpool, I Guardiani della Galassia e la serie JW. Piccola annotazione l’uso del Concerto No.4 in F minor, Op.8, RV 297, ” L’inverno “, Allegro Non Molto di Antonio Vivaldi nella scena culmine del film. Unico momento raffinato in un contesto tamarro come un grondante e ipercalorico panino dallo zozzone.