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Inverso – The Peripheral (2022) – Il futuro non è mai stato così pericoloso

«Il lavoro di William Gibson ha permeato la cultura al punto che nemmeno lui è più in grado di distinguere cosa sia suo e cosa no».

Inverso – The Peripheral è la nuova serie sci-fi thriller, tratta dall’omonimo romanzo di William Gibson, disponibile su Amazon Prime Video. Se quest’opera è in effetti molto recente (2014), Gibson già dai primi anni ’80, ha codificato il cyberpunk, immaginando il futuro iper-connesso in cui viviamo oggi e probabilmente anche quello in cui vivremo domani. Uno scrittore seminale per il genere che ha aperto al mondo del cinema (e non solo), un universo di scenari, suggestioni e idee. Nonostante ciò William Gibson non ha avuto, in effetti un buon rapporto con Hollywood.

Dalle opere del “profeta noir del cyberpunk”, sono stati tratti film come Johnny Mnemonic di Robert Longo (1995) e New Rose Hotel di Abel Ferrara (1998). Ma lo smacco risale al settembre del 1987, quando il suo script di Alien³ venne malamente cestinato. La visione di Gibson verrà comunque pubblicata come limited-series a fumetti col titolo “William Gibson’s Alien³”.

Quindi arriviamo al 2022 e a Inverso – The Peripheral, serie su cui Prime Video punta decisamente molto.

Prodotta da Jonathan Nolan e Lisa Joy, già creatori di Westworld, la trama si divide in due linee narrative.

La prima è ambientata nel 2032 nel sud rurale degli Stati Uniti. La seconda dopo un evento chiave nella storia dell’umanità, un’apocalisse chiamata “jackpot” .

La protagonista è Flynne Fisher (Chloë Grace Moretz), lei e il fratello Burton (Jack Reynor), un veterano dei marines tecnologicamente potenziato, guadagnano soldi veri giocando a un videogioco di realtà virtuale. Lo scopo è quello di tirare avanti e soprattutto sostenere le spese mediche della madre malata. Ma l’esperienza immersiva di questo beta test è eccessivamente realistico e inesorabilmente pericoloso, tanto da non riuscire più a distinguere la realtà dalla finzione e l’oggi dal domani.

The Peripheral è un’opera cyberpunk imperfettamente gibsoniana e che pone al centro dell’attenzione l’aspetto più umano dell’evoluzione socio-tecnologica.

La serie affascina e intrattiene lo spettatore dal primo all’ultimo episodio. I meriti vanno ricercati nell’ottimo casting, nell’editing audio video, soprattutto negli shift spazio-temporali, le scenografie mozzafiato, un sapiente CGI, costumi high tech. Ben dosata anche la quota action, che interviene a destare la visione, laddove a volte, si fa fatica a seguire una trama molto fitta.

Non a caso i riferimenti estetici e narrativi più evidenti sono quelli di Blade Runner, Matrix e il più recente Tenet, in cui il lavoro dei due Nolan s’intreccia in maniera palese.

Una serie oscura e raffinata, a tratti complessa.

A differenza di operazioni simili, The Peripheral evita i toni tronfi, preferendo un linguaggio più diretto, personaggi umani e ritmi decisamente adrenalinici.