Il ritardo criminale è il mio, per inciso: Suburra è in sala da un pezzo; detto questo, non parliamo di un capolavoro, ma certamente di un prodotto che per musica, mezzi in campo, sceneggiatura e coolness non ha nulla da invidiare a produzioni ben più costose di altri Paesi.
Non ho minimamente intenzione di fare raffronti Serie TV / film: io Gomorra non l’ho visto, non posso dirvi se Sollima è cresciuto o meno, ma so dirvi che l’ultima volta che son stato fiero di un film nostrano parlavamo di Romanzo Criminale, dove allo stesso modo Placido ci regalava una perla nel mare di film cerebrali, mentali o commedie di serie realizzati con lo stesso budget di un episodio di Don Matteo. Non me ne abbia il biondo, ma non è pane per i miei denti.
Dicevamo di Suburra: cinema immediato per stile, ma solido e basato su alcuni fatti della nostra storia recente -le vicende si svolgono a ridosso della caduta del governo berlusconiano, e dell’abdicazione di Ratzinger- come contesto per trasmettere messaggi potenti e attuali. La criminalità persa senza una solida direzione, tra figli inferiori ai loro padri, mancanza di (pur negativi) ideali, figure di secondaria importanza che mirano al vero potere, delinquenti venuti dalla strada che aspirano alla major league…
E in tutto questo, c’è la caduta del potere, la venuta meno di punti di riferimento che rende criminali e non fuori controllo, che annulla il rispetto di ogni gerarchia, impartendo una lezione fondamentale: nessuno è al sicuro, neanche i sospetti invicibili, dal nero marciume che inonda la città e che in primis hanno contribuito ad alimentare.
La pioggia accompagna buona parte del film, strabordando, sporcando tutto; ma con stile, con un gioco di colori, una colonna sonora azzeccata pur se a tratti invadente, rendendo Suburra un prodotto cool ma ben eseguito, moderno, che tira fuori il meglio da attori conosciuti e meno ( davvero sorprendente Amendola e la sua interpretazione, un Samurai che poteva essere una figura caricaturale, e invece! ).
Consigliatissimo.