Il male si può ereditare? Può essere trasmesso geneticamente?
Tale padre tale figli vale anche in questo caso?
In Megalomaniac di Karim Ouelhaj sembra proprio di si.
Il regista mette in scena un horror quasi completamente ambientato all’interno di un appartamento sinistro e alquanto fatiscente, abitato da due fratelli un po’ atipici, il cadaverico Fèlix (Benjamin Ramon) e l’instabile Martha (Eline Schumacher).
Del primo a parte il colorito e le sue nefandezze si sa poco, di Martha sappiamo che ha un lavoro, ma che il rapporto con i colleghi non è il massimo, perchè viene continuamente schernita e vessata da tre di loro, altri tipi poco raccomandabili.
La stessa Martha inoltre ha qualche problema di suo, il che non aiuta.
La loro storia si intreccia con quella del serial killer più conosciuto e famoso del Belgio, lo scuoiatore di Mons, mai identificato e che prediligeva tra le sue vittime donne sole e vulnerabili.
il film comincia proprio con una scena inquietante, un parto che è proprio un parto.
Una donna con gli occhi iniettati di sangue, un ragazzo che osserva la scena, e un padre dallo sguardo inquietante.
Da li in poi è tutto un mix equilibrato di sangue, violenza, instabilità, fantasmi, degrado.
Un film viscerale nel vero senso della parola, una storia di violenza, di male, che può tramandarsi di generazione in generazione, e che dopo tanti horror con storie o temi ripetitivi, tira fuori qualcosa di più originale.
Sempre da quel Belgio, che aveva dato anni fa i natali a Calvaire, di un altro regista, sempre belga, Fabrice Du Welz.