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Frammenti dal passato – Reminiscence – La recensione

In un futuro distopico e neanche troppo lontano, gran parte delle città su livello del mare sono state sommerse dall’acqua a causa del riscaldamento globale.

In un’irriconoscibile Miami, Nicolas Bannister (Hugh Jackman), ex-veterano di guerra ora esperto di ricordi, insieme alla sua socia Emily “Watts” Sanders (Thandie Newton) usano un particolare macchinario capace di riavvolgere il nastro delle nostre esistenze e farci rivivere i nostri momenti più belli. Clienti angosciati dal proprio passato che pagano per riaprire cassetti della propria vita. Ricordi e specifiche memorie, non sempre perfettamente ricostruite, conosciute appunto come reminiscenze.

Tutto cambia quando Nicolas incontra una nuova cliente, Mae (Rebecca Ferguson), una fascinosa femme fatale e cantante in un night club, con la quale intreccia una relazione amorosa.

Frammenti dal passato – Reminiscence, scritto e diretto da Lisa Joy (co-creatrice e produttrice esecutiva della serie HBO Westworld) e prodotto dal marito Jonathan Nolan è un noir sci-fi alla Isaac Asimov dietro il quale in realtà si cela un classico mélo.

A metà strada tra il manicheismo di Douglas Sirk e le atmosfere polanskiane di cult come Chinatown, la pellicola della Joy si perde ben presto in un soporifero andirivieni temporale in una trama prevedibile e un ritmo sommerso anch’esso sotto il livello del mare. Non si può negare il sex appeal della coppia Jackman/ Ferguson e nel complesso una discreta messa in scena per meriti squisitamente tecnici come la fotografia di Paul Cameron o le fatiscenti architetture degli interni.

Nel complesso però la detective story è fragile e prevedibile e la regia compassata ci mette 20 minuti a passare da sofisticata e d’antan ad artefatta e senile.