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Estraneo a bordo, un bel film non così tanto spaziale – La recensione

In un’astronave diretta su Marte viene scoperto un passeggero clandestino poco dopo il decollo. Troppo lontano dalla Terra per tornare indietro e con le risorse in diminuzione, l’equipaggiamento si ritrova a prendere una decisione inconcepibile.

E’ uscito su Netflix il thriller Estraneo a bordo, film nello spazio non così tanto spaziale. Il film intrattiene per tutta la sua durata, non annoia – e questo è un grande pregio – ma non ha molto da dire a livello di sceneggiatura se non un’analisi della società nel rapporto coi clandestini. Interessante il parallelo, sicuramente originale, ma non approfondito abbastanza a fondo.

Un vero peccato perché la realizzazione è ottima, le scene nello spazio sono meravigliose e certi fotogrammi sono spettacolari e incisivi.
Anna Kendrick è Zoe

Sia chiaro, il film è dignitosissimo e di buon livello, ma manca quel qualcosa per renderlo incisivo e indimenticabile. Avrebbe potuto filosofeggiare di più, avrebbe potuto virare di più sull’azione, ma non fa entrambe le cose. Rimane in bilico tra le due questioni fino alla fine. Fa riflettere sull’etica dell’umano, sull’egoismo, ma anche sull’altruismo. Non è uno sci-fi pessimista, anzi, e non mancano momenti intensi e convincenti.

Si apprezza la regia di Joe Penna, il quale torna a parlare di sopravvivenza tre anni dopo Arctic con Mads Mikkelsen. Il regista brasiliano ha la fortuna di dirigere un ottimo cast, punto di forza del film: molto brava Anna Kendrick, sempre grandiosa Toni Collette, entrambe seguite da una convincente componente maschile come Daniel Dae Kim e Shamier Anderson.

Toni Collette e Shamier Anderson

Estraneo a bordo è bello ma non balla, ma si consiglia la visione perché comunque intrattiene e ha delle belle sequenze riuscite.

Disponibile su Netflix