Dopo tanta attesa è arrivato sia nelle sale cinematografiche che su Disney+ (per chi usufruirà dell’accesso VIP) uno dei live action Disney più attesi degli ultimi anni, Crudelia, il quale narra le origini della celebre cattiva del classico La carica dei 101.
Una storia completamente originale che non va a snaturare l’iconica figura dell’antagonista in questione.
Crudelia è un film sulla vendetta, ma anche sulla determinazione, sulla coltivazione di un dono, sulla caparbietà, ma anche malvagità. Vediamo la piccola Estella appassionata di moda sin da piccola, che quando si ribella e tira fuori la sua vera anima diventa Cruella, una specie di versione pocket di dottor Jekyll e Mr. Hyde. Il maculato da dalmata la insegue sin da piccina già coi bollini delle varie ammonizioni ricevute a scuola.
C’è anche il senso di colpa, la figura materna strappata, l’unico punto di riferimento che la spinge ad andare avanti, con la fontana del Regent’s Park come simbolico punto di ritrovo e di confidenza.
Ci viene mostrata una protagonista molto stratificata piena di sfaccettature in una storia che presenta tanti spunti e tematiche. Non è il classico racconto superficiale acchiappa consensi, ma un maturo film dove c’è tanta ribellione e momenti destinati a diventare cult.
Crudelia è rivoluzione, ribellione, punk. Come ogni genio che si rispetti, non può mancare un po’ di pazzia.
Il film ha una durata consistente, eppure non ha momenti di noia e di indecisione. Ha una parte centrale che è di una bellezza sconvolgente dove il pubblico assiste a una sbalorditiva sfida di stile e moda, che celebra il camp al suo livello più alto con costumi e outfit da pelle d’oca per quanto magnifici. Anche i colpi di scena sono ben dosati e sorprendono anche lo spettatore più attento.
Sì, Crudelia è un film che stupisce. Offre una versione aggiornata del personaggio, ma non lo snatura come successo con Maleficent. Anzi, spesso lo omaggia anche come la scena in cui Crudelia guida la macchina. La vita della protagonista, però, è quasi una scusa per parlare del panorama londinese degli anni ’70 pieno di estro, di audacia e personalità. Importantissima, e bellissima, la colonna sonora anche se in certi punti rischia di essere troppo presente.
Senza dubbio la sceneggiatura è notevole vista l’unione di talenti come Tony McNamara (La Favorita e la serie The Great) e Dana Fox (la deliziosa commedia Netflix Non è romantico?) con una storia scritta da Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada, 27 volte in bianco) e Kelly Marcel (Saving Mr.Banks). In effetti c’è vagamente qualche rimando al cult della McKenna, ma solo in momenti di ufficio. Il regista Craig Gillespie è ormai garanzia e qui fa un lavoro eccellente, donando al film ancora più identità e carattere.
Il cast è grandioso! Bellissimo vedere Emma Thompson in un ruolo importante detestabile e non comico dopo tante interpretazioni da spalla. Una perfetta nemesi di Crudelia, interpretata da una gigantesca Emma Stone. Sempre intensa, credibile in ogni sfumatura presentata, che sfocia in un monologo da applausi (quando mai si è sentito un monologo in un film Disney, poi?). Le due Emma ci regalano uno scontro tra titani per quanto riguarda la recitazione, vecchia e nuova scuola, un po’ come i due personaggi che interpretano.
Ottimi i comprimari come Joel Fry e Paul Walter Hauser (visto l’anno scorso come grandioso protagonista di Richard Jewell di Eastwood) seguiti da Mark Strong, Emily Beecham e John McCrea che non presenta il classico cliché del personaggio gay comic relief della situazione.
Vale la pena ripeterlo: i costumi della due volte Premio Oscar Jenny Beavan sono un trionfo di bellezza ed estro. Terzo premio in arrivo?
Funziona tutto deliziosamente bene in Crudelia, il miglior live action Disney da anni a questa parte. Un racconto di rivoluzione, vendetta e sogni molto maturo e divertente. Sequel in arrivo? Fate la magia, fate la magia!