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Cosmopolis- recensione del film di David Cronenberg

Cosmopolis

Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore italo-americano Don DeLillo, ”Cosmopolis” è un film del 2012 diretto dal maestro del body horror David Cronenberg.

Cronenberg, con ‘‘Cosmopolis”, abbandona così l’horror e il metacinema visionario a cui è sempre appartenuto. In questi ultimi anni, si avvicina ai prodotti più ”mondiali” e hollywoodiani. Così il regista, crea un grande contrasto tra opera e società grazie a una palpabile critica sociale.

Cosmopolis
Sarah Gadon e Robert Pattinson in Cosmopolis.

Cosmopolis’‘ è la semplice storia di Eric Packer (un Robert Pattinson che ha abbandonato ormai il viso da teenager-vampiro). Eric è un multimilionario di ventotto anni possessore e direttore di un’azienda, molto risoluto. Egli comincia la giornata entrando a bordo della sua bianca limousine di lusso. Il suo intento è quello di andare alla bottega del suo barbiere di fiducia quasi per scommessa personale, ma così non proprio sarà.

Il giovane, avvenente e invidiato, si ritroverà bloccato per le strade di Manhattan mentre la sua auto camminerà a rilento, vivendo una sorta di anti-odissea. New York è bloccata, c’è la presenza del Presidente degli Stati Uniti d’America. A ciò si aggiunge un corteo di anarchici e il funerale di un cantante rap. In tutto ciò, si farà la conoscenza di molti personaggi vicini al giovane protagonista, che continuerà la sua avventura senza sapere a cosa andrà in contro.

Cosmopolis
Una scena di Cosmopolis.

Un film non lineare, privo di trama, privo di qualsivoglia emozione, che all’apparenza non racconta nulla. Nonostante ciò, ”Cosmopolis” del caro Cronenberg è un’opera ricca di significati intensi e nascosti, che lo spettatore deve saper cogliere con perspicacia: è lo specchio della società odierna realizzato in maniera puramente efficace. Personaggi che vanno e vengono senza un vero e proprio approfondimento, che fungono da contorno come un’adatta cornice del quadro, retti tutti grazie a frasi prettamente appartenenti alla componente filosofica e di forte impatto , cosa che per lo spettatore medio puù essere alquanto snervante: un uso improprio e riempitivo, quasi una costrizione dal momento che è la trasposizione di un romanzo. Perché il fulcro sta tutto negli accecanti dialoghi.

Cosmopolis
Robert Pattinson è Eric Packer in Cosmopolis.

Cosmopolis presenta una prima parte di film quasi superflua, che però serve eccome, fungendo da tramite per quello che poi sarà l’inaspettato e inusuale arrivo del bel twist ending aperto. È bello che un’opera sappia lasciarti col beneficio del dubbio, perché nella vita noi stessi, che ne siamo i protagonisti o semplicemente tasselli che ne completano il puzzle, non sappiamo mai che strada scegliere, qual è la via corretta da percorrere. La vittima ammazzerà il suo carnefice dando così un senso alla sua vita?

Perché nella vita, ci circondiamo di qualcosa che potrebbe riempire il vuoto che ci appartiene nell’interno del petto: soldi, fama, beni materiali, persone, sesso. Ma questo sarà mai abbastanza per riportarci all’infanzia perduta? Riuscirà a espiare i nostri peccati passati?  E il quesito più importante ce lo pone proprio Cosmopolis. Con le sue limousine di lusso, gli investimenti fortunati, il sesso sfrenato che ci fustiga e ci libera dalle inezie al contempo imponenti della vita e nemici in cerca di sete di vendetta. Riusciremo mai a dare un senso alla nostra vita?