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As Bestas (2022)

Era da un po’ che i film sulle piccole comunità ostili con i forestieri nono facevano parlare di sè.
E dopo ottime pellicole come La quinta stagione, Padroni di casa e Il vento fa il suo giro arriva As Bestas, del regista Rodrigo Sorogoyen.

C’è una coppia di origini francesi formata da Antoine (Denis Menochet) ed Olga (Marina Fois) che decide di trasferirsi in un piccolo paesino della Galizia per vivere in un rudere con quello che la terra ha loro da offrire.
Uno stile di vita lontano dal caos delle metropoli e senz’ altro più tranquillo e sostenibile.
I pochi abitanti del luogo però non vedono di buon occhio i due forestieri, che hanno anche votato a sfavore dell’installazione di un impianto eolico proprio dove sorge la loro abitazione, impianto che avrebbe fornito un’ottima ricompensa in denaro per gli abitanti del luogo, come promesso dalla ditta appaltatrice.
Questo fatto in particolare sarà la goccia che fa traboccare il vaso, perchè da li in poi Antoine e Olga saranno lentamente ed inesorabilmente presi di mira dai loro vicini.

Nel mondo di oggi non è difficile stupirsi che le persone facciano fatica a convivere con altre che non condividono le loro stesse idee o il loro stesso stile di vita.
Ed è proprio sulla difficoltà di questa convivenza e su una storia realmente accaduta nel 2010 nella comunità di Santoalla che Sorogoyen costruisce un piccolo capolavoro.
Una vicenda dove la violenza c’è ma non si vede, si intuisce soltanto.
Una storia dove la diffidenza e la rabbia montano piano piano, ma inesorabilmente, fino al punto di non ritorno.
Proprio come l’erba cattiva, che cresce quasi senza farsi vedere, ma una volta che ci accorgiamo ha già distrutto tutto il giardino.

Lo straniero contro la piccola comunità chiusa, il progresso e il profitto contro la natura e la sostenibilità, la cultura contro l’ignoranza.
Il film di Sorogoyen contiene tutto questo, impacchettato per bene.
Ancora oggi, in un mondo civilizzato e supertecnologico, a vincere, a spuntarla in più di un’occasione sono ancora la bestialità del titolo e i conflitti sociali.
E proprio parlando di bestialità ci torna alla mente la prima scena del film.
Parliamo ovviamente della scena in ralenti con protagonista il cavallo ed un gruppo di uomini, che come la vicenda che segue è un lento ed inesorabile montare di odio, angoscia, e disagio.
Che alla fine porta dove potete facilmente immaginare.

La storia di As bestas è come accennato in precedenza ispirata alla vicenda dei coniugi olandesi Martin Verfondern e Margò Pool.