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Alice attraverso lo specchio

Alice

Il capitano Alice Kingsleigh torna a Londra dopo essere stata in nave per tre anni. Viene subito chiamata a tornare nel Sottomondo per aiutare il Cappellaio Matto a ritrovare la gioia di vivere. Viaggerà nel tempo e dovrà vedersela con il Tempo in persona.

Dopo sei anni dal bello, ma non completamente convincente, “Alice in Wonderland” di Tim Burton arriva questo sequel pronto a battere cassa. Ne avevamo proprio il bisogno? Assolutamente no.

Mia Wasikowska e Anne Hathaway
Mia Wasikowska e Anne Hathaway

Il film non riesce a reggersi in piedi e barcolla per tutta la sua durata. Inizia debolmente, si sviluppa in modo quasi convincente, diventa imbarazzante e noioso, riacquista bellezza e finisce nello stucchevole facendo sperare allo spettatore che Alice non torni più nel Sottomondo. La parte peggiore è quella del viaggio del tempo, inserita palesemente per mancanza di idee.

Linda Woolverton si conferma una sceneggiatrice ben lontana dai capolavori scritti come “La bella e la bestia” e “Il re leone“. Lo script che ha creato per questo film è esile, troppo infantile, a tratti imbarazzante con dei buchi visibili anche da un cieco. Nel corso degli anni, poi, i bambini non si accontentano più della fiabetta dalla morale facile da comprendere. Il fenomeno di “Frozen – Il Regno di Ghiaccio” ne è la prova lampante. “Alice attraverso lo specchio” sembra parlare ai bimbi degli anni ’80/’90. Il passato tra la Regina di Cuori e la Regina Bianca è a dir poco imbarazzante e le due bravissime, ma sprecatissime Helena Bonham Carter e Anne Hathaway, riescono a far sembrare oro anche certe battute scritte per i Teletubbies.

Sacha Baron Cohen è Tempo
Sacha Baron Cohen è Tempo

Se la Wasikowska è brava, l’unica luce abbagliante è Sacha Baron Cohen nei panni del Tempo: personaggio scritto egregiamente e interpretato in modo convincente dall’attore inglese, che si toglie di dosso i panni da Borat e personaggi simili interpretati negli ultimi anni. Le scene migliori del film sono tutte con lui! Non ha la stessa sorte Johnny Depp, insopportabile e Cappellaio tutte faccette e mossette.

Si preferisce due minuti con il superbo Richard Armitage nei panni del Re e un minuto con Andrew Scott piuttosto che tutto il film con Depp. Bravo e quasi irriconoscibile il camaleontico Rhys Ifans nei panni del padre del Cappellaio matto.

Attenzione, però! Anche se i contenuti lasciano veramente a desiderare, la copertina di “Alice attraverso lo specchio” è meravigliosa: dalle scenografie alle musiche di Danny Elfman, dalle ambientazioni ai costumi divini di Colleen Atwood. Gli outfit di Tempo, della Regina di Cuori e di Alice sono da sogno, come sono sbalorditivi i regni dei vari personaggi.

Uno dei costumi meravigliosi creati da Colleen Atwood
Uno dei costumi meravigliosi creati da Colleen Atwood

Esteticamente sbalorditivo, il cast tecnico e parte di quello attoriale salvano il film dall’essere inguardabile. A tratti avvincente, spesso noioso, “Alice attraverso lo specchio” non emoziona ad eccezione della dedica all’immenso Alan Rickman (voce del Brucaliffo in entrambi i film) durante i titoli di coda.