La giovane Jean Grey inizia a sviluppare incredibili poteri che la trasformano in Dark Phoenix. Dopo un grave incidente si crea dei nemici che vogliono contrastarla.
Finisce un nuovo ciclo degli X-Men e questo Dark Phoenix segna l’esordio alla regia di Simon Kinberg, sceneggiatore anche dei precedenti episodi Apocalisse, Giorni di un futuro passato e Conflitto finale del 2006.
Il film più femminista della serie, spesso più drammatico che d’azione in cui ci si interroga sul tirare fuori la nostra vera voce.
Anche se “X-Men: Dark Phoenix” non ha lo stesso slancio dei precedenti capitoli, è sempre interessante da vedere per tematiche e per la sua più che pregevole fattura. I buchi di sceneggiatura sono evidenti, ma a conti fatti convince quasi più del pasticciato “X-Men: Apocalisse”.
Nel bene e nel male un film sugli X-Men ti arricchisce più del classico Avengers fracassone. Troviamo non solo super poteri, ma anche diritti umani e bellissimi dialoghi facilmente trasferibili sulla nostra pelle riguardo a come agiamo nella nostra vita e cosa vogliamo veramente essere.
Dark Phoenix ha indubbiamente una buona regia e le scene d’azione sono tutte memorabili e spettacolari. Sul fronte personaggi troviamo approfonditi solo Jean Grey, per ovvi motivi, e Charles Xavier che per una volta non passa esclusivamente da santo. Gli interpreti sono tutti a fuoco: sorprende notare una Sophie Turner così intensa, convincente ed espressiva (non si poteva dire lo stesso in Apocalisse e nelle stagioni di Game of Thrones) mentre Michael Fassbender ci regala un’altra ottima performance da masterclass, anche se il suo Magneto rimane in seconda riga rispetto ad altri personaggi. Kinberg conosce il suo cast e regala all’attore tedesco-irlandese dei primi piani che evidenziano la sua rara espressività.
Promosso il debutto ai cinecomic dell’ottima Jessica Chastain, anche se il suo personaggio non è molto sfaccettato, e James McAvoy ci continua a convincere come Charles Xavier. Degni di nota tutti gli altri come Jennifer Lawrence e Nicholas Hoult.
“X-Men: Dark Phoenix” ha un non so ché di retro’, sembra figlio del cinema di quegli anni ’90 in cui il film è ambientato. Un cinecomic a tratti innocente, mai pomposo e pompato che punta a emozionarci e non al divertimento fracassone sterile a cui è abituato il pubblico medio.
E’ la donna a fare da padrone in questo film, ma siamo di fronte a un femminismo mai urlato e incentrato principalmente sull’empowerment. La colonna sonora di Hans Zimmer è magistrale, un must have nella discografia personale di ogni cinefilo: imponente, grintosa, potente.
Anche se non è un grande film e ha indubbiamente dei difetti, questa fenice vola in alto, e anche bene, riuscendo a splendere e illuminare. Bellissimo!