La lucha libre, stile di wrestling nato in Messico negli anni 30’ ed ormai conosciutissimo in tutto il mondo, tra le sue regole ne ha una fondamentale : il lottatore che perde l’incontro deve togliersi la maschera, simbolo di grande disonore.
Una giovane troup per film hard sceglie come location per la loro pellicola una sperduta cittadina (Sangre de Dios) dove pare sia presente un famoso wrestler che ha abbandonato la lotta dopo essere impazzito ed aver cominciato ad eliminare (in senso letterale) i suoi avversari, vizio che il luchador in questione, “El Mascarado”, sembra proprio non aver perso.
Spiegare come si intreccino l’aneddoto della maschera e la trama del film di Jesse Buget sembra alquanto banale, così come un qualcosa di banale e già visto sembra essere la pellicola in questione.
Ed in effetti questo “Wrestlemaniac” non ci racconta niente di nuovo dal punto di vista della trama : i soliti ragazzi spensierati che finiscono nel solito posto dimenticato da Dio e da tutti, ma non dal solito “cattivone” di turno.
Niente di nuovo insomma, ma qualcosa è stato fatto bene : Baget infatti ha avuto il merito di sfruttare le mode che nel periodo di produzione del film andavano per la maggiore, e li ha messi egregiamente insieme per creare un lavoro che di sicuro è sfuggito ai più , ma che può essere classificato come un buon b-movie.
Partendo dall’ ondata di successo di cui ancora godeva il remake di “Non aprite quella porta” (2003) e sfruttando l’appeal del wrestling nel nuovo continente ma anche nel resto del mondo (soprattutto in quel periodo, ricordiamoci John Cena al Festival di Sanremo proprio in quell’ anno per fare un esempio) il regista tira fuori un horror che non ha nell’ originalità il uso punto di forza ma comunque buono: il ritmo del film è veloce,le scene di tortura hanno il loro perchè, e, ciliegina sulla torta, Baget ci regala tra una tortura e l’altra anche di gran bei paia di tette.
Il killer pscicopatico e ormai ritirato dal wrestling è in questo caso una vecchia e famosa conoscenza della lotta libera, Rey Misteryo Sr. , zio dell’omonimo Mr. 619 che gli amanti di wrestling ammiravano fino a poco fa in WWE.
Un buon horror di seconda mano insomma questo “Wrestlemaniac”, in cui una volta tanto i richiami ad altri film ben più famosi del genere vengono utilizzati in maniera tutto sommato discreta.
Se le pretese non sono alte e lo spettatore non è esigente gli 85 minuti della durata del film possono scorrere abbastanza bene.
SE NON VI STA BENE RIVOLGETEVI A “EL MASCARADO” .