Una rapina non va per il verso giusto. Tutti i membri ad uno ad uno vengono uccisi a colpi di pistola e pirotecniche esplosioni. In un azzardatissimo montaggio alternato (e mozzato) si vedono brandelli della loro vita personale. Vengono introdotte così le loro consorti, ora vedove. Donne toste, donne fragili, donne non preparate a quel lutto improvviso. Donne che soffrono ma che da qualche cosa devono ricominciare.
Ed allora una di loro, la moglie del capo della banda criminale, trova un taccuino con tutte le indicazioni per un colpo. Anzi non un colpo, ma IL colpo. Un modo per uscire dalla disperata situazione economica in cui sono rimaste dopo la morte simultanea dei loro mariti. Sullo sfondo una rivalità politica tra due esponenti locali molto diversi tra loro. Da una parte il delfino, figlio di papà, ricco e saccente, smaccatamente kennedyano. Dall’altra un afroamericano di strada abituato a fare i conti con i delinquenti e non con la politica. Uno di quelli che cita Al Capone/BobbyDeNiro ne Gli Intoccabili: “Sono cresciuto in mezzo a gente dura. E noi dicevamo che si ottiene di più con una parola gentile e una pistola che solo con una parola gentile”. Insomma il piano che le vedove hanno in mano è ottimo, ma un intreccio pericoloso tra politica e criminalità, renderà questo furto ancora più difficile.
Il nuovo film di Steve McQueen, dopo Hunger, Shame e 17 anni schiavo, è un heist movie corale. Un film di rapine. Una trama che poteva prestare il fianco a derive volontariamente o involontariamente comiche, insomma un incrocio tra Criminali da Strapazzo e Ocean’s 8. Invece non è così.
La coralità è quasi altmaniana e l’elemento heist è esaltato dalla regia di McQueen potente ed asciutta. Le sparatorie sono potenti e gli inseguimenti realistici. Ma fateci la bocca perchè ogni aspetto di questo film è riuscito. Una prova registica quella di McQueen che riesce (nonostante la trama si discosti molto dai suoi film precedenti) ad essere coerente col suo passato d’auteur. uU thriller lucido e sobrio. Ed è proprio sottrazione il quid in più di Windows – Eredità Criminale. Dalla fotografia (Sean Bobbitt da sempre collaboratore di McQueen), all’ambientazione (una livida South Side di Chicago), ai dettagli della sceneggiatura scritta dalla meravigliosa Gillian Flynn (Gone Girl e Sharp Objects). Ma è il cast il valore aggiunto: Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Cynthia Erivo, Colin Farrell, Brian Tyree Henry, Daniel Kaluuya, Jacki Weaver, Robert Duvall e Liam Neeson.
Partiamo dal presupposto che andrebbero elogiati ad uno ad uno. Non scopriamo oggi Robert Duvall (immenso) e neanche Liam Neeson o Colin Farrell, meno super uomini e attenti alle necessità della trama. Ma le vere protagoniste sono ovviamente loro: le cattive ragazze! Viola Davis (The Help e Barriere tra i tanti) è impressionante, una delle migliori attrici in circolazione. Michelle “Fast and Furious” Rodriguez, un mix di “cazzimma latina” ed erotismo. Infine la rivelazione di questa pellicola Elizabeth Debicki, classe ’90 e sfortunatamente per la sua carriera cinematografica, anche alta 1 e 90, ma straordinariamente dotata e bella.
Tornando alla trama poi, la rapina non va ovviamente come deve andare. Ci sono imprevisti e rivelazioni sconvolgenti. Ma anche gli affari sporchi dei politici malavitosi e dei malavitosi che sono diventati politici. Il machismo imperante è dietro l’angolo. Ma si sa che gli uomini aggirano i problemi, mentre le donne comprano tre Glock 19 e fanno fuoco!