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Veronica- Recensione del film di Paco Plaza

Veronica

Dopo cinque anni di puro silenzio, in cui la sua assenza si faceva gravemente sentire, Paco Plaza è riapparso.

Il regista è tornato a deliziare il pubblico e i propri estimatori, con un nuovo prodotto di genere horror distribuito da Netflix: Veronica. Il quarantacinquenne spagnolo esordì nel 2003 con il thriller Second Name. Plaza ha avuto il successo a livello internazionale grazie alle sue collaborazioni con Jaume Balaguerò.

Difatti, il loro REC è tuttora uno degli horror più apprezzati degli anni 2000. L’ultimo film con cui ci aveva lasciato Paco Plaza, fu REC 3, con protagonista sua moglie Leticia Dolera. Dopo aver terminato la sua collaborazione con Balaguerò, che vedremo prossimamente con il thriller Muse, l’uomo si è rimesso in gioco portando alla luce l’horror Veronica, già ampiamente apprezzato.

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La seduta spiritica in Veronica di Paco Plaza.

Veronica (Sandra Escacena) è una quindicenne di Madrid che abita con sua madre e i suoi tre fratelli minori. Dalla recente morte di suo padre, sua madre è costretta da sola a mantenere la famiglia. La donna lavora tutto il giorno in un bar e la responsabilità dei tre bambini viene affidata a Veronica. Così, Veronica, giovane studentessa, è costretta a frequentare scuola e tenere gli occhi ben aperti per badare ad Antoñito, Lucia e Irene come se fosse ella stessa, la loro madre.

E’ il giorno dell’eclissi. L’insegnante spiega agli alunni che questo fosse un momento propizio per compiere sacrifici umani a spiriti di altri mondi. Durante l’eclissi, mentre tutti sono intenti ad osservare lo spettacolo, Veronica va nel seminterrato della scuola con le sue amiche Diana e Rosa. Come avevano programmato, si cimentano in una seduta spiritica con la tavola ouija. Diana vuole contattare il suo ragazzo morto, mentre Veronica desidera fortemente sentire il suo defunto padre.

Durante la seduta qualcosa va storto e a Veronica accade qualcosa di strano. Dopo l’accaduto le sue amiche non le rivolgeranno più la parola, mentre la giovane noterà dei cambiamenti. Da lì, Veronica sarà vittima di eventi paranormali.

Un’entità comincerà a perseguitarla e lei, coraggiosa, avrà il compito principale di proteggere non lei, ma i suoi fratelli minori.

Veronica
Sandra Escacena è Veronica.

Ispirato a un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 1990, Veronica è il resoconto di un delirio psicologico che prende vita tramite una misteriosa e invalicabile strada sovrannaturale. La storia da cui trae spunto, è quella della giovane Estefania Gutierrez Lazaro, morta nel 1991.

Per quanto l’idea di base possa apparire come un cliché dei film appartenenti al genere horror, Paco Plaza estrapola dalla ”classica” possessione demoniaca, qualcosa di più complesso. La tavola ouija, da sempre un elemento importante negli horror sovrannaturali (già dai lontani cult L’esorcista, Spiritika) in Veronica non è soltanto un mezzo che mette in contatto l’uomo con l’aldilà.

L’oggetto in questione, imponente fulcro della vicenda, è, soprattutto, la chiave che apre il cuore tormentato del giocatore, affinché possa egli ritrovarsi faccia a faccia con i demoni scagionati: provenienti non da un’altro piano esistenziale, ma dal proprio interno.

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La possessione di Veronica.

Il sovrannaturale, perciò, è ciò che porta alla luce dei tormenti intrinseci, innescando meccanismi pericolosi e ansiogeni da cui l’anima tormentata non può fuggire. Non aiuta la circostanza in cui vive la protagonista. Nessuna presenza della tecnologia odierna, assenza di figure principali come i genitori, mancanza di amicizie che ti tendano la mano.

Veronica è sola e con lei, l’oscurità che l’attornia e l’attanaglia, che non le permette di riposare la notte, né di vivere il giorno.

Un supplizio a cui solo lei sembra assistere, abbandonata da ogni spalla su cui piangere e lasciata in completa emarginazione ad occuparsi di una paura ben più grande del mostro sotto al letto: la crescita.

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Veronica.

Paco Plaza affida il compito maggiore, nonché più arduo, all’esordiente (e strepitosa) Sandra Escacena. La giovane regge gli interi 105 minuti di durata del nuovo lavoro orrifico del regista spagnolo, donando tutta sé stessa in una prima prova recitativa eccezionale. Nei panni di un personaggio adolescenziale ma già in progressivo sviluppo, Sandra Escacena porta sullo schermo la contorta, coraggiosa, oscura, fragile e variegata Veronica.

Veronica, vittima di una società menefreghista, della responsabilità che comporta il passaggio alla vita adulta, vittima dell’eccessiva sensibilità e dell’incontrollabile delirio: pesi troppo grandi da sostenere. 

Plaza fa un dignitoso e ottimo come back, destreggiandosi tra pochi jumpscare, sottili e ben congegnati e un’atmosfera angosciante. La tensione accresce a mano a mano, a livello emotivo e psicologico, trattenendo lo spettatore in ciò che più c’è di opprimente: l’incubo.

L’incubo, che sia vivido, falsato o semplicemente frutto di un vaneggiamento, è ciò che annienta Veronica, ma anche, nella vita, tutti noi.