Sezione: Venezia 73
Di selvaggio o minaccioso il vecchio West americano ha solo dei protagonisti indifferenti e avidi di controllo sui più indifesi.
La fede non è un aiuto in Brimstone dell’olandese Martin Koolhoven, al suo primo lungometraggio internazionale, ma uno strumento con cui uomini crudeli perpetuano sofferenze abusando mentalmente e fisicamente delle proprie mogli e in generale delle donne. La religione come violenza nella storia di Brimstone che si dipana per capitoli citando i testi sacri (Apocalisse, Esodo, Genesi e Castigo).
Il tormento è la costante di un film dove Liz (Dakota Fanning), una giovane donna muta, è seguita con attenzione dalla presenza inquietante e subdola di un predicatore (Guy Pearce) intollerante e sadico. Eppure nessuno sembra turbato dalla sua parola, messaggio deviante e pericoloso dei fondamenti cristiani. Liz non parla eppure è tangibile il disagio, la paura che annebbia il suo sguardo alla vista di quest’uomo ambiguo e sinistro. Ma in una realtà che preferisce ignorare e porgere l’altra guancia dinanzi alle ingiustizie la crudeltà trova terreno fertile: una dimensione messa in scena in maniera letteralmente viscirale.
Il corpo femminile non è indipendente, ma diviene oggetto, costrizione, svuotato di ogni virtù in nome di un diritto non negoziabile da parte dell’uomo di sfogare la propria barbaria e soddifare i vizi più rozzi. Qunidi non c’è speranza, bellezza ma solo isolamento e frustazioni per lei e sua figlia?
La speranza e l’indipendenza sono il coraggio e la temerarietà di Liz, capace di sopportare ogni genere di male, affermando in una lotta terrena che l’amore è in grado di vincere l’ottusità e una vendetta meschina desiderando un destino migliore rispetto alla tragicità del cammino che lei e sua figlia hanno affrontato.
Le ambientazioni fedeli, lo stile narrativo, unito alle dense e robuste interpretazioni di Dakota Fanning e Guy Pearce rendono Brimstone un western drammatico che fa dell’esistenza terrena una lotta frustante per vincere la sottomissione di uomini ciechi tentando di diventare stoici anzichè vittime annunciate.