Home Rubriche Outsider Vallanzasca – Gli angeli del male (2010)

Vallanzasca – Gli angeli del male (2010)

Il film di Michele Placido è incentrato sulla figura di Renato Vallanzasca, capo della Banda della Comasina.


Vallanzasca fu uno dei più famosi criminali italiani che con le sue gesta riempì le cronache nere nazionali della Milano degli anni 70’.
E’ il protagonista stesso nel film a ricordare dal suo isolamento nel carcere di Ariano Irpino i tempi che furono.
Quelli dei primi furti giovanili, dei primi colpi importanti che lo misero sempre più in luce.
Così tanto da insidiare ed infine ottenere il potere di uno dei maggiori boss della Milano dell’epoca, Francis Turatello.
La pellicola passa in rassegna tutto questo. 

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Vallanzasca/Turatello: Amici/Nemici

Placido punta molto nel presentarci il personaggio Vallanzasca.
Ci descrive il suo amore per la bella vita e le belle donne.
Vediamo il suo modo di fare d’effetto, nel reagire anche solo per vendicare un torto subito.
E inoltre la sua maniera di trattare con gli altri criminali e con la stampa, il suo modo di apparire.
Tutto ciò lo ha portato si ad essere considerato uno dei più spietati criminali della storia italiana, nonostante grazie al suo sguardo da bravo ragazzo abbia ottenuto l’appellativo di “Bel Renè”.

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Renatino e la sua banda

Quest ultimo aspetto in particolare è stato grande motivo di critica per la caratterizzazione che Placido da al personaggio.
Vallanzasca è eccessivamente mitizzato nei suoi modi di fare, nel suo rapporto protettivo verso i suoi familiari ed il figlio.
Questo porta una buona fetta di pubblico a “simpatizzare” per il criminale milanese.
Lo testimoniano le montagne di lettere d’amore che riceveva in carcere ed il modo di ironizzare con la stampa. Ma siamo in Italia e non c’è bisogno certo di dare ulteriori spiegazioni.
Basta la più semplice che ci fa ricordare come nessun vento di protesta si sia mai levato proprio quando in pieni “Anni di piombo” imperversavano sul grande schermo i grandi successi del filone poliziesco dei registi Di Leo e Damiani.

Se Romanzo Criminale puntava più sull’ aspetto socio/politico che faceva da sfondo ai crimini della Banda della Magliana, in questo film viene messo in risalto il personaggio a capo della banda stessa.
Ulteriore ciliegina sulla torta l’ottima interpretazione di Kim Rossi Stuart, non nuovo a ruoli del genere.
La parte inizialmente doveva essere di Riccardo Scamarcio, che poi ha virato su qualcosa di più “impegnato” come Tre metri sopra al cielo.
Da ricordare anche l’interpretazione dell’amico/nemico di Vallanzasca Enzo, impersonificato da Filippo Timi.
Nel cast anche Paz Vega e Francesco Scianna.

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A condire ottimamente il tutto anche la colonna sonora, a cui ha fortemente e positivamente contribuito il gruppo dei Negramaro.
Il film, la cui sceneggiatura è ispirata al libro autobiografico “Il fiore del male. Bandito a Milano” scritto dallo stesso Vallanzasca in collaborazione con il giornalista Carlo Bonini ha ricevuto 11 nomination ai David di Donatello 2011 ed ha ottenuto 3 Nastri d’argento sempre nello stesso anno, come miglior colonna sonora, miglior attore protagonista e miglior montaggio.
Più vicino ai polar francesi degli anni 70’ che ai polizieschi italiani dell’epoca il film di Placido affascina e coinvolge lo spettatore.
Come il Bel Renè.