L’uomo e la macchina insieme.
Un binomio ormai strausato nel mondo del mondo del cinema ma che con i giusti accorgimenti può ancora dare i suoi frutti.
E sorprendentemente buoni frutti ce li da Upgrade, secondo lungometraggio del regista Leigh Whannell, con protagonista l’ancora poco sfruttato Logan Marshall-Green (Quarry, Prometeus, The Invitation).
Partendo da quello che poteva essere considerato un tranquillo b-movie, Whannell ha saputo tirar fuori un revenge movie 2.0.
Il tutto reso possibile dall’utilizzo tema della tecnologia, che ci rimanda subito al ricordo di pellicole come Crash di Cronemberg, tanto per citarne una.
Siamo in futuro non molto lontano, dove la tecnologia ha raggiunto traguardi incredibili, ed il meccanico Grey Trace vive una vita tranquilla e agiata con la sua compagna Asha.
Di ritorno da una visita ad uno dei clienti di Grey, la macchina, governata da una AI, ha un malfunzionamento, e porta i due in un luogo periferico dove vengono assaliti da dei malintenzionati.
Non finirà bene, soprattutto per Asha.
Grey, tetraplegico, ha una speranza però.
Il suo ultimo cliente, il giovane magnate Eron Kreen (Harrison Gilbertson), può ridargli la sua vita, con un chip ad altissima tecnologia dotato al suo interno di una sviluppatissima Intelligenza Artificiale, STEM.
Tutto ok, Grey ora può tornare a camminare, può cercare gli assassini della moglie.
E STEM può aiutarlo a fare questo.
E farà anche molto di più.
Macchina e uomo insieme.
O meglio, Intelligenza Artificiale e uomo insieme.
Un connubbio imbattibile.
Ma che spesso può avere anche effetti collaterali, più o meno indesiderati.
L’avevamo già visto pochi mesi fa con Venom di come due entità potessero cercare di convivere, più o meno bene, in corpo unico.
Lo ritroviamo ora in Upgrade, un film di vendetta condito da un alto livello di tecnologia, dove non ci sono risparmiati sangue e violenza, e dove il rapporto tra l’uomo e la macchina viene analizzato in maniera tanto semplice quanto efficace.
Ambientazione perfettamente in linea con la storia ed i temi trattati, il personaggio di Masrhall-Green funziona, e senza troppi effetti speciali o colpi di scena il film regge per tutti i suoi 100 minuti, con un finale che ci regalerà soddisfazioni.
Un revenge movie 2.0 sicuramente azzeccato.