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The War – Il pianeta delle scimmie aka Ape-pocalypse Now

The War

Sono passati 15 anni dal fatto del primo film, quando un virus creato dagli umani, ha portato le scimmie ha sviluppare un’intelligenza superiore e gli umani a morire lentamente. Dopo la massacrante guerra con Koba e gli umani, Cesare e le sue scimmie si sono ritirati nella foresta, ai margini di un pianeta ormai arrivato al capolinea, in attesa di trasferirsi in una fantomatica terra promessa dove poter vivere in pace.

Un manipolo di soldati (tra gli ultimi superstiti della razza umana) guidati dal Colonnello Kurtz (Woody Harrelson), vogliono catturare Cesare e sterminare tutte le scimmie per ristabilire il primato della razza umana. Quando questi penetra nel nascondiglio segreto del primate uccidendone i cari, Cesare parte con alcuni fedelissimi al solo scopo di vendicarsi. Scoprirà un mondo pazzo, fatto di sofferenze e torture, in cui è chiaro che per l’uomo non c’è più posto.

Non fatevi ingannare dall’incipit e dal titolo, The War – Il Pianeta delle scimmie non è un film di guerra. La battaglia, i soldati (con tanto di scritte sugli elmetti) sono solo il pretesto, un sottofondo nei primi minuti iniziali per evidenziare come la vera guerra che si svolge non è sul campo di battaglia ma emotiva e psicologica: una guerra interiore contro i fantasmi del passato e le conseguenze delle proprie scelte.


In The War la guerra non si svolge nel campo di battaglia ma interiormente: una guerra emotiva contro i fantasmi del proprio passato.


Quello che Reeves mette in scena è un viaggio dell’eroe alla disperata ricerca di vendetta e di se stesso. Un epico western dai forti toni drammatici, mascherato in poderoso film d’avventura e action movie, fatto di grandi spazi e lunghi silenzi con atmosfere post – apocalittiche cupe e desolate.

The War

Anche nella seconda metà del film, forse più scontata e meno evocativa della prima, The War riesce a condensare una miriade di contenuti: dalla rabbia, alla vendetta, alla redenzione al messaggio ecologico senza però perdere mai controllo ed equilibrio, in cui appare chiaro come le scimmie rappresentino i naturali successori di questo mondo e gli esseri umani sempre più relegati ad una condizione di relitti senza speranza.

Infarcito di palesi citazioni più o meno smaccate (quella di Apocalypse Now è memorabile) The War – Il pianeta delle scimmie è cinema d’intrattenimento nel senso più glorioso del termine, mai banale, sorretto da una tecnica CGI che ha toccato livelli mai visti prima d’ora in grado di sorreggere primissimi piani con realismo sconcertate senza dare mai il minimo effetto straniante e dove Andy Serkis è semplicemente mostruoso a dare emozioni umane al suo Cesare (fino a quando l’Academy e non solo continueranno ad ignorare performance del genere?)

The War – Il pianeta delle scimmie è il naturale epilogo, l’ultimo atto di quella che è una delle migliori trilogie degli anni 00’, capace di convincere critica e pubblico.

Il commento del Dr. Gabe:

The War – Il pianeta delle scimmie chiude alla grande la trilogia incentrata su Cesare, mai così martire per la salvezza del suo popolo. Le scene di azione sono solide, la vista magnifica e al netto di qualche forzato siparietto, il viaggio che porterà alle disavventure del famoso astronauta interpretato da Charlton Heston è stato davvero piacevole.

Un plauso all’omaggio verso Apocalypse Now, ben traghettato da Woody Harrelson, che rimane come al suo solito un’assoluta garanzia.

VOTI FINALI
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Chief editor e Co-fondatore

Cresciuto a massicce dosi di cinema, fin da giovane età veniva costretto dal padre a maratone e maratone di Spaghetti-Western. Leggenda narra che la prima frase di senso compiuto che uscì dalla sua bocca fu: “Ehi, Biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima……” Con il passare del tempo si è evoluto a quello che è oggi: un cinefilo onnivoro appassionato di cinema in ogni sua forma che sia d’intrattenimento, d’autore o l’indie più estremo. Conteso da “Empire”, “The Hollywood Reporter”, “Rolling Stone”, ha scelto Jamovie perché, semplicemente, il migliore tra tutti.