Come avevamo annunciato la scorsa settimana c’è un film, ancora prima de “La notte del giudizio”, ancora prima di “You’re next”, ed antecedente anche a “The Strangers”, che è per il genere home invasion una sorta di piccolo trattato di come poter creare un film ad alto tasso di tensione utilizzando un piccolo budget e tecniche non all’avanguardia per tenere il pubblico del genere horror incollato allo schermo facendo scorrere a malapena poche gocce di sangue.
Ah, ed elemento non trascurabile, ed al quale il vostro scrittore tiene molto, il prodotto è made in Europe, e precisamente Francia. Stiamo parlando del film diretto dalla coppia David Moreau e Xavier Palud, ovvero “Them”, il cui titolo originale è ancora più breve : “Ils”.
Altra “invasione casalinga”, altra tipologia di villain non convenzionale per il genere, ancora una volta la più totale assenza di motivazione da parte degli aggressori, se non nella spaventosa frase che potrete leggere nei titoli finali e di cui nulla vi anticipo.
Siamo questa volta in Romania, la coppia presa di mira è quella formata da Clementine e Luca, che da poco abitano nella loro nuova casa furbescamente un po’ fuori dal entro abitato. Una casa nuova, non ancora completata ed alla quale i due non sono ancora abituati. E’ già da qui che l’equazione casa = sicurezza comincia a vacillare.
E poi, in un crescendo del livello di tensione che non trova mai pause per tutta la durata del film, ecco che nei due si insinua il dubbio che qualcuno si aggiri attorno alla loro abitazione.
Luci che vanno e vengono, il cane che sparisce, rumori di qua, rumori di la, ed una frase, che da il via all’invasione : “Sono entrati…..sono entrati in casa”. Da qui fino alla fine del film il duo di registi dimostra come per fare un buon film non sempre è importante la storia, il contenuto, ma anche la forma.
L’ambientazione innanzitutto, la casa è grande, sperduta, poco curata, perchè ancora incompleta ed in ristrutturazione, vecchia, i colori sono freddi, le musiche sono completamente assenti, solo rumori, solo il vento che si muove, porte che si aprono e chiudono, oggetti che sbattono contro le finestre, e quel continuo ronzio, prodotto da uno degli assalitori, che da solo si prende una buona fetta dello spavento e della tensione che il film riesce a generare.
E poi una scelta che per questo film si è rivelata azzeccatissima : le riprese vengono fatte con la camera a mano, le inquadrature movimentate tolgono a noi spettatori ogni punto di riferimento, aumentando la nostra angoscia, la paura che gli assalitori possano sbucare da qualsiasi angolo o lato.
Ed ancora il minutaggio, si perchè un film così per essere avvincente al massimo ed eliminare la componente noia non può protrarsi più del dovuto : ed allora ecco che Moreau e Palud si fermano al minuto 77, poco più di un’ora in cui il ritmo del film è sempre crescente e non si prende mai una pausa, partendo dall’ambiente interno della casa, per poi passare temporaneamente all’esterno, e ritornare all’interno, ma non nell’ appartamento di Clementine e Luca.
Ennesima conferma che i francesi nel mondo dell’horror ci sanno veramente fare, come dimostrano altre pellicole come “Frontiers” , “Alta tensione” e il ben più noto “Martyrs”. Il tutto con un budget risicato, un minutaggio che sfiora il cortometraggio, una camera, una foresta, una casa più di la che di qua, due vittime, e dei villain che quando alla fine del film riveleranno la loro identità vi lasceranno alquanto scioccati.
Ah, il film è ispirato da una storia vera capitata a due turisti austriaci in Repubblica Ceca.
OTTIMO LAVORO