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Spiral – L’eredità di Saw, la recensione

Il detective Banks si trova alle prese con una serie di omicidi agghiaccianti che sembrano ispirati al celebre Jigsaw, scomparso anni prima. Chi è questo copycat? Sta al protagonista scoprirlo.

Altro giro, altra corsa, nuova storyline per l’altalenante saga di Saw che anni fa diede il via alla discutibile moda del torture porn, quei film dove la violenza e le torture avevano la meglio sulla storia. Qui troviamo un nuovo serial killer, ma la struttura è più o meno la stessa.

Non così pessimo come altri episodi della saga, Spiral intrattiene senza particolari guizzi.
La prima vittima di Spiral

Si nota subito un dettaglio da non trascurare: in questo capitolo non vediamo più le vittime che devono risolvere rompicapi per salvarsi, lo spettatore non assiste allo spettacolo quasi voyeuristico di lotta per la sopravvivenza. In Spiral le vittime non hanno chance di salvarsi. Vengono intrappolate, vengono torturate brutalmente e poi muoiono. Già si perde appeal in partenza in questo thriller poliziesco che strizza l’occhio più a Seven di David Fincher che alla saga di cui è appendice.

Togliendo la parte survival, cosa rimane? Poco niente. La storia non è particolarmente accattivante ed è spesso superficiale. Fosse durato dieci minuti in più, sarebbe stato anche meglio. Inutile dire che le scene di violenza sono ben orchestrate visto che alla regia troviamo Darren Lynn Bousman, regista del secondo e del terzo capitolo della saga. Fortunatamente la visione scorre e non annoia lo spettatore come successo in passato.

Il film in sé non è una catastrofe, ma un tiepido tentativo di dare nuova linfa alla serie di Saw.
Samuel L. Jackson in Spiral

Purtroppo, però, il cast non aiuta. Chris Rock non funziona come protagonista, poco credibile nel ruolo e affossa il film visto che un buon poliziesco per essere tale deve avere a capo almeno un grande detective carismatico. Non si capisce, inoltre, l’utilità di un nome come Samuel L. Jackson nei panni del padre del protagonista. Poco incisivo, un gran peccato. Visto il risultato non proprio entusiasmante, ci si domanda come mai si voglia ancora spendere energie e denaro per un prodotto che già da tempo sta raschiando l’osso.

Fa sorridere, però, l’omaggio al film capostipite e, come scritto sopra, anche coi suoi grandi difetti Spiral si fa seguire tranquillamente per una serata da brivido. Assolutamente non cestinabile, sicuramente non indimenticabile.