Home Speciale Interviste Speciale “LION” – Parte 1: Fotografia e Arte

Speciale “LION” – Parte 1: Fotografia e Arte

Il gran giorno è arrivato! Siamo lieti di mostrarvi il primo capitolo del tributo che noi di JAMovie dedicheremo a LION, il nuovo cortometraggio horror di Davide Melini. Questa prima puntata é dedicata alla “Fotografia e Arte” e come ospiti speciali abbiamo il direttore della fotografia Juanma Postigo (candidato al premio “Goya” 2016 per il suo lavoro nel lungometraggio “El violín de piedra”), gli scenografi Carlos J. López e Carlos B. Luise, la costumista Patricia Gabas e il graphic designer Guille León. Scendiamo ancor più in dettaglio e facciamo quattro chiacchiere con loro. Oggi JAMovie si tinge di spagnolo… Buona lettura!!!

JUANMA POSTIGO (DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA)

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Juanma Postigo

1 – Come sei entrato a far parte del cortometraggio?

Fu proprio Davide Melini che mi chiamò personalmente, perché aveva sentito parlare di me. Ci riunimmo e mi spiegò il progetto molto chiaramente. Fin da allora fui molto interessato anche perché ero intrigato dal fatto di lavorare per la prima volta in un film horror a tinte italiane.

2 – Parlaci del tuo lavoro.

Mi sono sentito veramente a mio agio, anche perché Davide mi ha permesso di chiamare tutto il mio team di tecnici, con i quali lavoro già da svariati anni. Grazie al loro aiuto abbiamo raggiunto tutte le mete che erano necessarie per poter portare sullo schermo tutte le immagini che, fino a quel momento, erano nella mente del regista e su dei fogli.
É stato determinante tutto lo sforzo impiegato per conseguire materiali tecnici professionali di illuminazione per poter lavorare al meglio. Oltretutto abbiamo puntato su una delle più moderne telecamere presenti sul mercato, con obiettivi super professionali e delle location incredibili. Ci rendemmo subito conto della magia e potenza di quello che stavamo girando proprio lí sul set, nel monitor del regista.

3 – La cosa che maggiormente ti è piaciuta del tuo lavoro?

Quello che mi è piaciuto di più è stato lavorare con un gruppo di persone molto professionali, impegnate a fondo con il proprio lavoro e sempre pronti ad aiutare i colleghi. Tutti lavoriamo per un unico obiettivo! Riuscimmo a realizzare scene molto delicate e complesse, dove tutti quanti hanno dato veramente il massimo, con una qualità paragonabile a lungometraggi con grandi budget. Trucco, illuminazione, scenografia, fotografia, produzione e ovviamente Davide… tutti hanno remato in una sola direzione e questo è una cosa che mi piace molto del mio lavoro: contribuire al meglio per la realizzazione di un prodotto comune. Il risultato è evidente nel film.

4 – La cosa più difficile che hai dovuto svolgere?

Incredibile ma vero, la cosa più difficile fu la comunicazione. Ricordo che in questa produzione si parlavano tre lingue: inglese, italiano e spagnolo (anche se io solo parlo solo l’ultima della lista). A volte è capitato che Davide mi dava istruzioni in inglese o italiano, così che non intendevo niente di quello che diceva e doveva ripetermi le cose. E questo succedeva spesso anche con gli attori, i quali la maggior parte di loro parlavano solo inglese. Nonostante tutto, questi “problemi” si risolsero senza troppa fatica.

5 – Il cortometraggio è diretto da uno dei migliori registi horror italiani e prodotto da un gruppo di persone che lavorano a pieno ritmo in film kolossali, come “Thor”, “Harry Potter”, “Titanic”, “Gangs in New York”, ecc. Come è stato lavorare a fianco di alcuni di loro?

Tutti i progetti sono diversi, hanno storie diverse, e sono formati da troupe diverse, ma ciò che non cambia mai, ed è sempre lo stesso in tutti i progetti, è la tensione e l’adrenalina che esiste all’interno di qualsiasi set. A questo si aggiunge che noi latini siamo molto “caldi” quando ci esprimiamo e, nel mio lavoro, quando si incontrano andalusi con italiani… uff! Esce una vera bomba ahahah. Ed è qui che entra in gioco la professionalità, dove si parlava in ogni sequenza dei fabbisogni di ogni reparti.

A volte Davide ha chiuso un occhio, qualche volta l’ho fatto io ed altre volte abbiamo dovuto cedere alle necessità dei tecnici del suono o degli scenografi. Però questo è il cinema e per quanto bene si possa lavorare in pre-produzione e pianificare tutto, sempre possono succedere cose non previste sul set. La cosa buona è che quando si lavora con professionisti come Davide Melini, Luca Vannella e Alexis Continente le cose finiscono sempre bene. Ci si abbraccia mentre si piange e si brinda per tutto l’eccellente lavoro fatto… così è fatto questo mondo e ne sono innamorato!

6 – Quali sono le tue aspettative riguardo al cortometraggio?

Spero veramente che possa arrivare a tutti gli angoli del pianeta e che possa arrivare a competere al massimo. Non parlo solo per me, ma per poter far vedere al mondo tutte le potenzialità di questo regista e della troupe della quale si è circondato. Noi godiamo nel fare cinema e vogliamo che il pubblico apprezzi il nostro lavoro.

7 – Contento di averne fatto parte?

Sempre ci sono lavori in cui ti senti più o meno orgoglioso e, personalmente, posso dire che sono molto, molto orgoglioso del lavoro che io e i miei collaboratori abbiamo realizzato (senza nulla togliere ovviamente agli altri reparti). Io dico sempre che non sono nessuno senza i miei compagni, perché il cinema è un lavoro di squadra!