Un sommergibile oceanico viene attaccato da un’imponente creatura che si riteneva estinta e che ora giace sul fondo della fossa più profonda del Pacifico. Il suo equipaggio è intrappolato all’interno, il tempo stringe e l’esperto di salvataggi subacquei Jonas Taylor viene incaricato di salvare l’equipaggio da questa inarrestabile minaccia: uno squalo preistorico di quasi 23 metri conosciuto come Megalodon che aveva già incontrato anni prima.
Ecco nelle nostre sale il classico film da fine estate, uno di quegli action spassosi da vedere a cervello spento dopo una giornata stancante e afosa. “Shark – Il primo squalo”, tratto dal romanzo MEG del 1997, è uno shark movie che intrattiene, ma non è così imbecille come lo si potrebbe pensare.

Divertimento, azione, discreta tensione e una giusta dose di battute che spesso vanno alla deriva. Il regista Jon Turteltaub sa come intrattenere il pubblico, infatti “Shark – Il primo squalo” procede dritto per la sua strada senza cali di ritmo e di interesse. Il suo più grande difetto, come spesso accade nei film del genere, è la sceneggiatura. Più per le azioni mostrate annoia come vengono gestiti i rapporti tra i personaggi, spesso patetici e noiosi. Niente di nuovo. Tutto perfettamente e dannatamente americano compresi dei momenti dementi.
Pero’ questo shark movie non è il classico filmetto del genere. Sembra di vedere un Jurassic Park nuovo stile con gli squali. Non ha la magia, il fascino, lo stupore tipico del cinema di Spielberg, ma è molto ironico, auto ironico, non si prende mai troppo sul serio e tutto questo va a favore del film fatto per intrattenere.
Sicuramente Jason Statham funziona più di un Chris Pratt qualsiasi e convince la bellissima Bingbing Li al suo fianco. Merita più di spazio nel panorama cinematografico mainstream Rainn Wilson mentre Ruby Rose è una promessa del cinema action.
