Lo scorso capitolo di Star Wars, facente parte della serie ufficiale, aveva l’annoso compito di traghettare con il suo ‘VII’ fan di una vita, insieme a nuove generazioni, verso un universo che nella intenzioni di Disney/Lucasfilm non avrà mai fine.
L’hype per Rogue One in un certo senso era diverso, essendo questo uno spin-off; il risultato?
Un film coraggioso, a suo modo, certamente inaspettato in alcuni punti.
La trama era in sostanza svelata dai vari trailer rilasciati nei mesi precedenti: in pieno collegamento con A new hope, scopriamo che dietro un’arma di distruzione di massa c’è un uomo, la sua famiglia, una figlia che mai ha dimenticato il padre sottrattole con la forza dall’ Impero per completare l’oscura opera.
Quello che già sapevamo è Storia: L’ Alleanza Ribelle, la Morte Nera; ma in Rogue One i Ribelli a dare l’esempio saranno un manipolo di eroi capitanati proprio da chi vuole distruggere la potente arma e condivide il sangue con chi l’ha creata…
Rogue One certamente non ha una storia innovativa, ma che sta in piedi anche per chi non è un fan sfegatato della serie; ovviamente non mancano le dovute strizzatine d’occhio ai fan.
E quando arriva LUI, è come assistere a un boss di fine livello
Il vero motivo che vi farà apprezzare Rogue One è il coraggio, i toni più maturi di chi non ha nulla da perdere. E questo vale sia per i protagonisti che, in un certo senso, per uno spin-off di una saga leggendaria.
Non potrete non volere bene sin da subito a K-2S0, a dir poco irriverente, nè tantomeno gasarvi davanti alle gesta del monaco guerriero (aspirante Jedi, va da sè).
Unici nei? Il Saw Gerrera di Forest Whitaker non convince pienamente, e l’uso di CGI per riportare su schermo un personaggio ha ancora un effetto straniante di fianco a volti reali.
Da vedere.