Quattro donne che hanno vissuto il periodo di “Guerre Stellari” raccontano le sensazioni provate nel vedere per la prima volta la Principessa Leia sullo schermo
Il 27 Dicembre è venuta a mancare, purtroppo, l’artista poliedrica Carrie Fisher. In 60 anni di vita non si è concentrata solo nella recitazione, ma anche nella scrittura di romanzi e di sceneggiature. Sicuramente è entrata nella storia grazie alla sua interpretazione, a soli 19 anni, della Principessa Leia nel meraviglioso Universo di “Guerre Stellari”.
Per omaggiare questa artista a tutto tondo ho intervistato quattro donne che hanno avuto la loro infanzia segnata dalla Fisher con la interpretazione iconica nella saga di fantascienza. Al giorno d’oggi siamo abituati agli effetti speciali, ai personaggi di donne forti al punto che non ci stupiamo più.
Negli anni ’70 non era così. Leia è stato il primo personaggio di principessa forte e indipendente che ha fatto da apripista alla Ellen Ripley interpretata da Sigourney Weaver nella saga di “Alien” fino ad arrivare a Charlize Theron con l’Imperatrice Furiosa di “Mad Max: Fury Road”.
Inizio a intervistare Raffaella di 39 anni (coordinatore operations), Deanna di 51 anni (insegnante e scrittrice), Elisa di 50 anni (impiegata), Caterina di 50 anni (negoziante) che ringrazio per il loro entusiasmo e disponibilità.
Quando e come ti sei avvicinata alla saga di “Guerre stellari”?
Raffaella: Mio padre era un grandissimo fan di Star Wars. Non mi ha portata al cinema perché ero troppo piccola, ma mi ha fatto vedere i film in videocassetta e mi ha completamente contagiata. Dato che negli anni ’80 in Italia non c’erano molti giocattoli a tema avevo truccato le mie bambole da cavalieri jedi, con tanto di spada laser creata in modo artigianale.
Deanna: Quando uscì il primo film della saga. Non mi sarei mai persa un film di fantascienza da ragazzina.
Elisa: Mi sono avvicinata alla mia prima Saga (non l’unica ma quella del cuore) da bambina, appena undicenne. Andai al cinema con i miei genitori, a Torino, e fu il classico ‘evento magico’ che colpisce qualsiasi cinefilo in erba: a casa mia si è sempre masticato cinema come il pane, ma per me quel giorno memorabile divenne un evento. Le sale erano ancora immense, con tribuna e platea, e non scorderò finché vivrò l’enorme ventre di un incrociatore imperiale che sembrava passarmi sulla testa…potrei definirlo il mio “battesimo cinematografico” in un certo senso, quel tipo di momento che porti per sempre nel cuore.
Caterina: Sono diventata fan di “Guerre Stellari” quando da ragazzina andai al cinema a vedere il primo episodio della Saga.
Cosa hai pensato quando hai visto la Fisher nei panni di Leia?
Raffaella: Ovviamente mi sono subito identificata: era un personaggio in cui una bambina può riconoscersi facilmente. E’ giovane, forte, determinata.
Deanna: Pensai che finalmente c’era una donna dal carattere forte, non la solita donzella in pericolo da salvare. Era a capo della ribellione, intelligente, e teneva testa ai compagni.
Elisa: Carrie Fisher era atipica allora come lo sarebbe adesso come principessa: eravamo abituati alle principessine Disney, tutte fronzoli e mossette, generalmente dall’aspetto W.A.S.P. che ha sempre caratterizzato le produzioni americane. Mi è piaciuta da subito, proprio perché differente, determinata, intelligente e ironica. Credo che Rey di The Force Awakens e Jyn di Rogue One debbano tutto a Leia, compreso il fatto di essere state scelte anch’esse per la loro atipicità, anche fisica.
Caterina: Rimasi affascinata nel vedere la Fisher interpretare la Principessa Leia non tanto per la bellezza, ma più per la sua forza e la personalità sprigionate da questo personaggio.
Cosa ha significato per te questo personaggio da piccola e come ti rappresenta ora?
Raffaella: Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno sempre spronata a essere indipendente. Leia per me era la conferma che una donna potesse fare tutto e non aspettare semplicemente di essere salvata dall’eroe di turno. Anche dopo 30 anni per me Leia è il simbolo di una donna che crea da sola il proprio destino, una donna che non aspetta passivamente, ma decide di combattere per quello in cui crede. Penso sia molto attuale.
Deanna: Da bambina divenne la mia eroina. La disegnavo ovunque! Ha rappresentato allora e ancora adesso il simbolo di una femminilità che, senza nulla togliere al fascino, sapeva essere all’altezza delle situazioni più difficili
Elisa: Sin da piccola l’ho amata proprio per la sua atipicità, ed è un aspetto che apprezzo anche oggi. Sento che questo tipo di personaggio mi è vicino proprio perché non stereotipato. Gli aspetti più prevedibili negli eventi come nelle persone, o nei personaggi come in questo caso, non mi attirano, anzi, mi lasciano indifferente.
Caterina: Come dicevo prima l’ho apprezzata per il forte carattere e l’intraprendenza. Il tutto, pero’, sempre accompagnato da tanta dolcezza. Di questo personaggio ho portato con me negli anni il fatto di non perdersi mai d’animo, non farsi sconfiggere dalle difficoltà ma reagire a quest’ultima sempre con positività e coraggio.
Quanta Leia c’è in te e cosa vorresti avere di questo personaggio iconico?
Raffaella: Ritrovo in me stessa la determinazione e il senso dell’umorismo di Leia. Non si scherza con una cosí! Quello che vorrei avere è il suo blaster!
Deanna: In me ritrovo lo spirito e la forza di non arrendersi mai anche nei momenti più difficili, la capacità di saper testa alle situazioni più drammatiche riuscendo a trovare la soluzione migliore. Di lei vorrei il fascino, a mio parere non scontato, in quanto non l’ho mai giudicata una bellezza scontata, anzi! Sotto certi aspetti non la ritenevo bella, ma nei panni di Leila appariva splendida.
Elisa: In me c’è sin dai miei undici anni una piccola Leia. Come dicevo prima la sua apparizione al cinema è da considerare ‘pionieristica’, perché l’universo femminile, al cinema, ha conosciuto il suo risveglio proprio dagli anni ’70 in poi. Se da allora abbiamo conosciuto characters come Trinity di Matrix sino ad arrivare alla magnifica Imperatrice Furiosa di Mad Max Fury Road è grazie alla ‘rivoluzione’ dei personaggi femminili di quel tempo, perché sino a quel punto erano ancora più rare le donne in grado di essere combattive e di reagire; potremmo dire che, eccezion fatta per Bette Davis, quasi nessuno osava portare sullo schermo donne che non fossero perennemente svenevoli.
Di Leia vorrei avere la determinazione, che a volte nella vita reale ‘latita’, una causa come la sua per cui lottare, cioè intendo dire un nemico ben preciso e determinato da combattere come l’Impero, mentre noi ci dibattiamo ogni giorno con entità informi e ben più melliflue come la burocrazia, e…lasciatemelo dire: la capacità di conquistare il cuore di Han Solo, di cui sono innamorata sin da allora!
Caterina: A cinquant’anni sembrerebbe sciocco immedesimarsi in un personaggio fantasy pero’ devo dire che in me c’è un bel po’ del carattere di Leia. Vorrei avere i suoi fantastici capelli e un compagno come Han Solo!
Se ne va, quindi, una donna che già solo con un personaggio è diventata immortale! E’ stata grande esempio e luce per intere generazioni e ha fatto innamorare tutto il Mondo. Non è da tutti!
Grazie Carrie per quello che ci hai regalato con il tuo lavoro… che la forza sia sempre con te!