Home Serie tv Rectify (4a stagione): empatia all’ennesima potenza

Rectify (4a stagione): empatia all’ennesima potenza

La chiusura del cerchio. La strada è tracciata, per tutti i personaggi. Sono questi i concetti chiave della quarta e per ora ultima (come annunciato) stagione della serie Rectify.

Grazie ad essa abbiamo fatto la conoscenza di Daniel Lucas Holden (un ottimo Aden Young), scagionato dopo 19 anni per aver commesso (pare) l’omicidio di Hanna Dean, in età adolescenziale.
Una volta uscito dalla prigione, per l’annullamento della sentenza, per Daniel è cominciata una nuova vita.
O meglio, è iniziata la vita, interrotta bruscamente 19 anni prima. E così se nelle prime tre stagioni abbiamo visto gli effetti di questa “rinascita” prima su Daniel, poi sulla sua famiglia ed i suoi affetti più cari, nella quarta ed ultima stagione, ogni cosa, fatto, personaggio, sembra definitivamente prendere la sua strada. C’era una vita prima del ritorno di Daniel, ce n’è stata un’altra al suo “nuovo” arrivo.
E ora, se ne prospetta una nuova.
Una vita più consapevole per Daniel, che scoprirà sentimenti mai provati prima ed incontrerà nuove persone sul suo cammino.
La più importante sarà Chloe (Caitilin Fitzgerald).

Per capire questa scena bisogna vedere tutta la 4a stagione.

Una nuova vita per i componenti della sua famiglia, che scossi dal suo ritorno, ora cominciano a trovare un equilibrio, e a risolvere questioni, che solo l’arrivo di Daniel poteva rimettere in luce.
Sarà così per la sorella Amantha (Abigail Spencer), per sua madre Janet (la bravissima J. Smith-Cameron), e per la dolce Tawney (Adelaide Clemens).
Rectify, con leggerezza e senza molta azione, ci mostra a pieno come saper lavorare bene sulla psicologia e la caratterizzazione dei personaggi.
Non ne viene tralasciato nemmeno uno di quelli principali, che hanno tutti la loro storia, le loro paure, i loro momenti difficili, e la loro forza per superarli.
I protagonisti sono in continua evoluzione, in una serie che è un percorso, verso una nuova vita, per tutti.

Il vero Outsider di questa serie, Teddy Jr.

Il livello di empatia verso tutti loro è davvero altissimo. Ed anche per quei personaggi che non ti aspetti.
Vedi
Teddy Jr (Clayne Crawford), forse quello che più ci sorprende in queste quattro stagioni per il suo mutare.
Sullo sfondo, le nuove indagini sull’omicidio di Hanna Dean.
Indagini che prenderanno in questa final season una piega definitiva, rimanendo perà in secondo piano rispetto alle vicende dei personaggi.

Quasi a non voler rivangare troppo quel brutto episodio accaduto quasi vent’anni fa. Le scene emozionanti in Rectify non sono poche, e quelle di questa ultima stagione non risultano mai forzate o di troppo.
Un’ottima serie da vedere, un percorso verso una nuova vita, un nuovo inizio, una nuova speranza.
Ed un finale, che non spoileriamo, ma che a pensarci è come la vita stessa, capirete facilmente il perchè.

Un protagonista, Daniel, che pur essendo la persona che necessita di un aiuto per essere reintrodotto nel mondo, aiuta indirettamente, con la sua “nuova” presenza, a rimettere in sesto le vite di chi gli sta intorno, dando a chi interagisce con lui quello scossone di cui gli abitanti delle piccole cittadine americane hanno spesso bisogno.
Ritmo lento, i dialoghi vincono a mani basse sull’azione, ma le relazioni tra i personaggi non sono affatto scontate, anzi.
Motivo in più per non perdersi questo ottimo prodotto ideato da Ray McKinnon.

 

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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