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Life – Non oltrepassare il limite, la recensione

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Un team di sei scienziati è a bordo della Stazione Spaziale Internazionale con il compito di studiare un campione proveniente da Marte, il quale potrebbe essere una prova di vita extraterrestre. L’organismo, pero’, si dimostrarà più aggressivo e intelligente del previsto.

Per questo film JAMovie vi darà i pareri dei due poli opposti dello staff, il nero e il bianco, il polo nord e il polo sud: Dr. Gabe e GianDrewe. Avranno apprezzato questo sci-fi? Continuate a leggere!

L’opinione di GianDrewe 

C’è vita su Marte? Una domanda che in molti si sono fatti nel corso degli anni, David Bowie compreso. In questo “Life – Non oltrepassare il limite” la risposta è affermativa, purtroppo, e l’entità è praticamente un serial killer.

Questo thriller sci-fi inizia sin da subito a catturare gli occhi e l’attenzione dello spettatore con delle suggestive panoramiche e non si perde molto in chiacchiere andando direttamente al succo della vicenda. Quando l’interesse comincia a calare è lì che il regista Daniel Espinosa vira immediatamente sul thriller ad alta tensione con un procedimento che richiama un po’ lo slasher movie.

Ryan Reynolds è Rory Adams

“Life – Non oltrepassare il limite” è un film decisamente ben fatto, suggestivo, claustrofobico, diretto in maniera assolutamente convincente con un’ottima tensione che non ti molla un attimo. L’alieno Calvin è veramente temibile!

Peccato la sceneggiatura non sia al passo con tutto quello detto sopra: la vicenda e le evoluzioni risultano quasi sempre prevedibili con dei meccanismi e cliché visti e rivisti nel cinema americano. I personaggi non sono per niente approfonditi ed è un vero peccato!

E’ chiaro l’omaggio di “Life – Non oltrepassare il limite” ad “Alien”, ma è un’eresia accostarlo al capolavoro del 1979.

Cast di belle facce patinate dove svetta una bravissima Rebecca Ferguson, attrice svedese sempre più lanciata nel panorama cinematografico. Ormai Ryan Reynolds non sbaglia più un film e ci sta meravigliosamente in un genere più impegnato anche se sembra messo più per portare incassi sicuri al film insieme al suo bravo collega Jake Gyllenhaal, il quale sgrana solo gli occhi per gran parte del film a causa di un personaggio che ha poco da dire.

Messi da parte questi difetti, “Life – Non oltrepassare il limite” è un bel film che fa meravigliosamente il suo lavoro: mette tensione, intrattiene ed è tecnicamente impeccabile. Sicuramente da vedere e rivedere, un thriller sci-fi che non verrà dimenticato nel tempo e che non rimarrà di nicchia come il sottovalutato “Sunshine” di Danny Boyle.

L’opinione di Dr. Gabe

Il buon GianDrewe scomoda Boyle, ma io non sono della stessa opinione: è più probabile che tra una manciata d’anni sarà Life a finire nel dimenticatoio.

Non che abbia particolari colpe, anzi, io ho apprezzato; ma il senso di già visto, già fatto (e in modo più calzante) è forte. Ci sono tutti i topoi del sotto-genere: astronave claustrofobica, minaccia aliena, scelte sceme del team e inevitabile body-count tra miscela di gore e tensione.

Rebecca Ferguson è SPAZIALE

E’ tutto realizzato ottimamente, e in sala la resa è garantita; ma tra twist prevedibili e protocolli mandati a benedire per portar avanti la pellicola, quel che resta è una manciata di point of view affascinanti, la bellezza della Ferguson e il design della creatura ben riuscito.

Non c’è empatia verso personaggi caratterizzati da un paio di dialoghi (e tutti davvero troppo belli, ma questo fatto è ormai costante nelle attuali produzioni), nè il vero stupore nel chiedersi cosa verrà dopo.

Finale azzeccato che scongiura di avere un secondo Gravity a distanza di pochi anni, ma non di si può far a meno di pensare ad almeno 4-5 film del passato.

Quanto alla fan theory su Venom, tecnicamente sta in piedi, ma a giudicare dagli attuali risultati al botteghino, difficile che la Sony si sbatterà per rendere ufficiale un simile nesso.

 

VOTI FINALI
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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!