Ve lo avevamo già annunciato tempo fa: il film di Roberto D’Antona è ormai pronto ad uscire nelle nostre sale! Noi di JAMovie abbiamo preso parte alla prima assoluta di The Wicked Gift, che si è tenuta il 22 giugno al Movie Planet di San Martino Siccomario (PV), in occasione della quale il regista ci ha concesso un’intervista in esclusiva.
The Wicked Gift è un film scritto, diretto e interpretato da Roberto D’Antona, già noto per la pluripremiata serie televisiva The Reaping, e prodotto da Alessandro Rossi, Annamaria Lorusso e Roberto D’Antona.
Terribili incubi tormentano Ethan (Roberto D’Antona), un giovane e introverso designer che decide di rivolgersi a uno psicologo (Michael Segal) per risolvere quello che crede essere un disturbo della personalità. La terapia si rivela tuttavia infruttuosa e, a seguito di ulteriori terrificanti sogni presto tradottosi in realtà, si convince a rivolgersi a una spiritualista, nota ai più come Medium, di nome Ada (Annamaria Lorusso). E ciò nonostante l’iniziale scetticismo nei confronti di forze superiori che dominano gli uomini e dell’esistenza di Dio stesso. Il percorso che dovrà affrontare lo porterà a scontrarsi col proprio passato e, soprattutto, con le paure che giacciono nel suo inconscio.
Di fronte alla difficoltà ai giorni nostri di realizzare un film puramente horror in cui incubi, premonizioni e fantasmi sono i protagonisti, D’Antona e Lorusso hanno deciso di puntare su un thriller psicologico in cui momenti di paura e tensione si alternano ad altri più distesi o persino divertenti. Ben riuscito questo mix, che non fa mai annoiare lo spettatore e lo tiene sempre all’erta. Abbiamo chiesto al regista e attore Roberto D’Antona quali film sono stati una fonte d’ispirazione.
Per i giorni nostri, The Conjuring e The Witch; oltre a Sam Raimi e Carpenter.
Nei film che aspirano, almeno in parte, a incutere paura in chi guarda, è essenziale il ruolo svolto dalle musiche. The Wicked Gift fa un uso sapiente della colonna sonora e riesce nell’intento di trasmettere le emozioni che anche le immagini veicolano in quell’istante. Insieme alla compositrice Aurora Rochez, D’Antona ha realizzato una colonna sonora con dei violini, di modo da creare disagio nello spettatore a causa dei suoi suoni acuti e striduli, mentre piano e cori ricreano l’atmosfera di terrore.
La musica richiama i film degli anni ’80; è un omaggio a quegli anni.
La musica anni ’80 è invece funzionale alle scene più tranquille per far rilassare lo spettatore. Decisive, in questo senso, le colonne sonore di The Witch, Insidious e Il Sesto Senso.
Scopo del regista è infatti quello di trasmettere emozioni grazie a tutti gli strumenti tecnici che il cinema mette a disposizione, oltre che attraverso gli aspetti più relazionali, quali la scelta di un cast artistico in grado di rendere le sensazioni dei personaggi così come Roberto D’Antona li aveva pensati.
A questo proposito, una particolare menzione va fatta nei riguardi di Annamaria Lorusso, già attrice in The Reaping e che in questo lungometraggio assume il ruolo della Medium Ada, molto brava nella sua interpretazione. Il suo personaggio, diviso tra un’iniziale sicurezza nel proprio campo di lavoro e un successivo ripensamento delle proprie intuizioni, è ben sviluppato nel corso del film e l’attrice riesce senza dubbio a far intuire questo passaggio. Notevoli anche Andrea, l’unico amico e confidente di Ethan, interpretato da Francesco Emulo e Alice (Kateryna Korchynska), la ragazza di cui Ethan è innamorato. Sottolineiamo anche l’ottima interpretazione di Alice Viganò (Udagar nel film).
Il cast artistico principale – ci dice il regista durante l’intervista– aveva già preso parte a The Reaping. Per i ruoli secondari, invece, abbiamo fatto un casting. Il tutto sempre a favore delle emozioni che i personaggi dovevano riuscire a passare al pubblico. Tra i momenti più belli, infatti, D’Antona annovera quelli passati insieme all’intera troupe. E dal suo sorriso si evince la felicità che quegli attimi gli hanno trasmesso. Anche la proiezione alla prima nazionale ha lo stesso sapore di piccola vincita, di riuscita di un film che mira a differenziarsi rispetto ai classici horror italiani.
Per un film horror indipendente realizzato con un budget limitato non è certo facile imporsi nelle sale, ma l’impronta di The Wicked Gift nella regia e nella fotografia, quest’ultima ad opera di Stefano Pollastro, è orientata al mercato internazionale e non ha nulla che possa potenzialmente impedirne la diffusione al di fuori dei nostri confini. Ottimo il montaggio e l’uso corretto dei raccordi.
Nessun effetto speciale; solo tanto lavoro di trucco da parte della make-up artist Paola Laneve, nominata “Best Make Up & Special Effects” al LAWebSeries Fest 2013 a Los Angeles con la web series A.Z.A.S.: All Zombies Are Stupid. Lo scopo era proprio quello di rendere le apparizioni di esseri soprannaturali più reali e credibili, con attori in carne ed ossa ad assumere la forma delle proprie paure.
Roberto D’Antona non esita a precisare:
Il film nasce dalle mie paure. Paura di morire di propria mano, di perdere i denti – tema che ricorre più volte lungo il film –, dell’apparizione di fantasmi quando sei da solo in casa di notte. E, infine, la fobia che percorre tutto The Wicked Gift: quella che i propri incubi possano rivelarsi più reali di quanto non sembrerebbe a prima vista. Tutti noi, in fin dei conti, temiamo che le nostre paure più oscure possano realizzarsi.
Nonostante le varie difficoltà incontrate nel realizzare il film, come febbre e inconvenienti produttivi, penso che The Wicked Gift abbia tutti gli elementi per decretarne un successo di pubblico e di critica. Forse anche un po’ merito del regista che alla domanda “Sei esigente sul set?” risponde di sì, e sorride. Noi gli vogliamo credere. E al tempo stesso pensiamo che, severo o meno il regista, ogni persona facente parte della troupe abbia svolto in maniera ottimale il proprio compito.
Un’ultima domanda per Roberto D’Antona: altri progetti in cantiere? La risposta è sì, un thriller. Altro, per ora, non si può dire. C’è silenzio stampa. Nel frattempo ci accontentiamo della visione di The Wicked Gift, che sicuramente non potrà deludere gli amanti degli horror – non quelli che fanno saltare sulla poltrona ogni due secondi ma che un brivido alla schiena, a fine visione, te lo procurano. Perché il finale … beh, il finale è da vedere!
Se non impazzite per i lungometraggi che ricorrono in modo esclusivo agli effetti speciali per ammaliare lo spettatore e se, al contrario, amate quelli che mescolano insieme più generi, dall’horror al thriller psicologico, per passare attraverso alcuni (brevi) momenti di distensione vicini alla commedia, The Wicked Gift è il film che fa per voi.
Se siete curiosi, qui il trailer: The Wicked Gift!
Noemi Taborelli