Era il 1979, i registi della così detta “Nuova Hollywood” si stavano ormai affermando in tutto il panorama cinematografico, e pellicole come “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e “Guerre Stellari” avevano incantato e affascinato milioni di cinefili di tutto il mondo.
Quello stesso anno il mondo avrebbe scoperto anche l’era post apocalittica di Miller e del suo “Mad Max” e qualche anno dopo avrebbe visto un giovane Kurt Russell girare per una New York in degrado e trasformata in un carcere di massima sicurezza. Fu proprio in quell’anno che il produttore Michael Deeley capì che gli anni 80 sarebbero stati l’epoca del cinema di fantascienza.
Convinto a tutti i costi a voler realizzare anche lui un suo film ambientato in un futuro lontano lontano iniziò a leggere, sotto consiglio di un suo amico, il famoso romanzo distopico e futuristico di Philip K. Dick, intitolato “Ma gli Androidi sognano pecore elettriche?”.
Dopo una prima lettura veloce le prime parole che uscirono dalla bocca di Deeley furono “non ci ho capito niente, ma il soggetto è molto interessante”, come dargli torto, infatti tutti coloro che hanno letto un racconto o un romanzo di Dick la prima volta che lo finiscono si ritrovano contemporaneamente in un mix di confusione e stupore, e le uniche parole che riescono ad uscirci dalla bocca sono “Wow! Ma cosa diavolo ho letto?”.
Nessuno è riuscito a raccontare il mondo futuro quanto la penna di Philip K. Dick, nessuno è riuscito a creare soggetti e storie così folli, personaggi così cinici, epoche che alternano il distopico e l’ucronico e ambientazioni così alienanti e postmoderne quanto il grande Philp K. Dick, scritto folle, geniale e precursore della corrente Cyberpunk.
Eccovi i migliori adattamenti cinematografici e televisivi dei libri di Philip K. Dick:
BLADE RUNNER di Ridley Scott (1982) – basato sul romanzo “MA GLI ANDROIDI SOGNANO PECORE ELETTRICHE?”
E’ il film più famoso di Ridley Scott e uno tra i migliori romanzi dello scrittore. Con uno stupendo cast e un monologo finale rimasto nella storia del cinema, il film affronta, come molte altre opere di Dick, il rapporto tra uomo e macchina e la difficoltà nel riconoscere cosa sia reale e cosa no. Scott riesce a ricreare un ambientazione futuristica mai realizzata prima, con una scenografia favolosa e una sceneggiatura di un’originalità unica, crea una pellicola che sta a metà tra un noir degli anni 40 e un film di fantascienza.
L’IMPOSTORE (episodio della serie Rai “Il fascino dell’insolito) – di Andrea e Antonio Frazzi (1981) – basato sul racconto “IMPOSTORE”
E’ un episodio di cinquanta minuti, trasmesso dalla Rai nel 1981 (quando la rai faceva cose interessanti), contenuto in una serie tv chiamata “Il fascino dell’insolito”. E’ stato anche girato adattamento cinematografico nel 2001, diretto da Gary Fleder e interpretato da Gary Sinise, ma credo sia molto meglio ricordare questo piccolo gioiellino della nostra tv visto che, anche se girato con mezzi molto più economici rispetto al secondo, rispetta in maniera maggiore il tema che Dick affronta nel racconto, riuscendo ad essere fedele al cento per cento nella storia e regalandoci un finale crudo e spietato degno di Philip K. Dick, al contrario del film del 2001, il quale ha un finale molto più malinconico ed eroico.
ATTO DI FORZA – di Paul Verhoeven (1990) – basto sul racconto “RICORDIAMO PER VOI”
Anche di questo è stato fatto un remake nel 2001, con Colin Farrell come protagonista, ma credo sia meglio ricordare la pellicola di Paul Verhoeven (anche se poi nessuna delle due versioni è molto fedele al racconto). Il film è stato trasformato in una spy story con inseguimenti e sparatorie, quando invece nella versione di Dick non vi è niente di tutto ciò ed il finale è molto più triste e sconvolgente, nonostante questo, il lavoro di regia di Verhoeven è perfetto, con tocchi di personalità e originalità (chi non si ricorda il mutante Kuato che esce dalla pancia del povero Marshall Bell o la prostituta con tre tette). Anche David Cronenberg aveva in mente di fare una sua versione del racconto, ma accantonò il progetto e si dedicò ad un altro libro, “Il Pasto Nudo”.
SCREAMERS: URLA DALLO SPAZIO – di Christian Duguay (1995) – basato sul racconto MODULO DUE.
Anche se girato con non molti soldi il film è comunque un classico del genere sci-fi, con un grande Paul Weller al massimo della forma e una sceneggiatura per niente banale o scontata. Come sempre anche in questo caso si affronta la problematica che ha l’uomo nel distinguere cosa sia umano e cosa androide, rischiando anche di mettere in gioco i propri sentimenti. Come in molte altre pellicole tratte da Dick anche questa volta il finale è stato dovuto alleggerire rispetto al racconto, ed è stato modificato per essere reso più cinematografico possibile, nonostante questo resta comunque un cult del genere sci-fi.
A SCANNER DARKLY: UN OSCURO SCRUTARE – di Richard Linklater (2006) basato sul romanzo UN OSCURO SCRUTARE.
E’ sicuramente uno dei i migliori adattamenti cinematografici di Philip K. Dick e sicuramente anche il più fedele all’opera letteraria. Linklater riesce a ricreare perfettamente quella miscela tra il comico e il tragico che si riesce a trovare anche nel romanzo di Dick, creando un protagonista che non è affatto un eroe, ma una vittima che lentamente cade verso la tossicodipendenza e la schizofrenia. In più il regista dona il suo tocco personale usando l’insolita tecnica del rotoscoping, cioè girare le scene con attori in live action per poi ritoccare il tutto con l’animazione grafica.
THE MAN IN THE HIGH CASTLE (Serie Tv ideata da Frank Spotnitz) – basata sul romanzo LA SVASTICA SUL SOLE.
Diciamo subito che tra i romanzi di Dick questo è sicuramente il più difficili da trasportare sullo schermo, ma anche se la serie non è completamente fedele al romanzo e che, per ragioni televisive, è stata modificata, direi che però rispecchia molto l’idea che lo scrittore cerca di comunicare nel suo libro. La serie, prodotta da Ridley Scott e ancora inedita in Italia, affronta il tema dell’universo parallelo con l’uso dell’ucronia, in più, appassiona e affascina lo spettatore con una trama che ha al suo interno storie di spionaggio, di complotti e doppi giochi, riuscendo a mettere perfettamente gli spettatori di fronte alle varie realtà, non a caso lo stesso Dick, per scrivere la stesura del romanzo, usò il famoso libro degli oracoli cinesi conosciuto come I Ching.
Articolo a cura di: Daniele Del Viva