The Void è l’ oscurità infinita e cupa, è l’abisso sconosciuto fatto di mostri. Fondamento di ogni opera scifi/horror di matrice lovercraftiana: da grandi titoli come Event Horizon, il carpentariano Il seme della follia, passando per Dagon, o anche Dead Space, per uscire dal mezzo cinematografico. L’ignoto è fonte di orrori indicibili e la realtà accessibile all’uomo comune è una parte minima del tutto.
Il prezzo per una accresciuta consapevolezza delle cose? Morte, orribili mutazioni del corpo, una violenza senza fine delle carni
The Void riprende questi stilemi, unendoli con successo a effetti speciali della vecchia guardia. Le bestie partorite dalle menti di Steven Konstanski e Jeremy Gillespie sembrano infatti imparentate con quelle de La cosa.
La pellicola è solida dal punto di vista tecnico, e il lungo curriculum del duo nel settore effetti speciali / make up art è evidente, anche in virtù di un budget non certo sconfinato; non da meno la fotografia e l’uso delle luci, che, al netto di alcuni scuri eccessivi, contribuisce alla violenza totale di ciò che vediamo a schermo.
Narrativamente parlando, la storia va spedita senza preamboli; in pochi secondi il primo morto, non molto di più per delineare una situazione di disagio e pericolo costante. Un pugno di persone intrappolate in un ospedale, circondato all’esterno da incappucciati armati di coltello.
Certamente non è più sicuro l’interno, un covo di abominevoli mutazioni di ciò che un tempo erano persone
The Void impiegherà un pò a farvi capire cosa sta succedendo, il che non è assolutamente un male. Anzi, quando l’orrore troverà una spiegazione, sarà forse fin troppo esaustivo e sbrigativo -del resto, difficile poter andar a parare oltre-. E’ forse questo il più grande difetto di The Void, insieme a un finale post-credits forse poco necessario, e che stona con il resto della pellicola.
Non di meno, un film da vedere per tutti gli amanti di cinema.