El Paso. 2029. Il mondo è cambiato, ci troviamo di fronte ad un futuro desolato, quasi post apocalittico, qualcosa di terribile è successo e i mutanti non esistono più sono quasi tutti estinti. I pochi sopravvissuti vivono da emarginati. Logan, alcolizzato, stanco e distrutto, in senso metaforico e fisico, da battaglie passate e dall’adamantio, fa l’autista di limousine, Il professor Xavier ha novant’anni e non è più in grado di gestire i suoi devastanti poteri psichici. Entrambi vivono da emarginati in mezzo al deserto.
Un giorno una giovane donna messicana gli presenta una bambina di nome Laura e lo supplica di accompagnarla in un fantomatico eden nel Nord Dakota. Logan inizialmente riluttante, insieme a Charles accetta. Quella bambina nasconde un segreto e potrebbe rappresentare una speranza per la razza mutante. Sarà l’inizio di un brutale viaggio, intriso di vita e morte.
Quasi vent’anni dopo la prima apparizione con gli X-Men e otto film, Logan arriva a completare l’arco narrativo dedicato al Wolverine di Hugh Jackman e il film fa prepotentemente impallidire ogni cinecomics girato fino ad oggi (il Cavaliere Oscuro di Nolan non lo considero). Questo è il Logan che per anni ci hanno tolto e che avremmo sempre voluto vedere, che lascia libero sfogo alla vera natura animalesca del personaggio fatta di urla, ruggiti e grugniti.
Logan è western profondamente crepuscolare e allo stesso tempo classicista, Logan ha un’anima come mai si era percepito prima d’ora. Un’anima intrisa di rabbia, violenza, morte e dolore.
Se Hugh Jackman è straordinario come non mai nel dare al personaggio quella profondità emotiva che serve è Dafne Keen (la piccola Laura/X-23) a sorprendere davvero se si pensa che questo è il suo esordio in assoluto nel mondo del cinema. Impressionante.
Deadpool ha aperto la strada, Logan l’ha battuta come meglio non poteva fare alzando ancora di più l’asticella. I cinecomics dovrebbero riprendere tutti da qui.
L’opinione del Dr. Gabe:
“Finalmente Logan”
E con Logan intendo il film, ultima incarnazione di Wolverine/Jackman che ridà dignità a un personaggio altrimenti piú riuscito nei cameo che nei suoi spin-off dedicati.
Logan è potente; è adatto, perché grazie allo sdoganamento della violenza portato da Deadpool c’è finalmente la violenza esplosiva e feroce della bestia repressa che dovremmo dare per scontata in un mutante dalle lame di metallo e fattore rigenerante. Invece, ci si sorprende, piacevolmente, dai primi arti mozzati; arrivando all’esaltazione nelle uccisioni ‘al rallenty‘ (chi ha visto capirà).
Logan è toccante, con due eroi consci di essere al crepuscolo della vita. E non si può che ringraziare per una pellicola nel complesso coraggiosa, a cui si perdonano un paio di ingenuità nella seconda parte, dove si torna su binari sicuri.
Uno dei migliori cinecomics di sempre, senza dubbio il miglior Wolverine.