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Lion – La strada verso casa, la recensione

Saroo, un bimbo indiano di appena cinque anni, si perde nelle strade di Calcutta, migliaia di chilometri lontano da casa. Dopo diverse peripezie viene adottato da una coppia australiana; venticinque anni dopo sente come non mai il bisogno di ricongiungersi alla sua vera famiglia.

Tratto da una splendida storia vera, “Lion – La strada verso casa” è il debutto cinematografico del talentuoso Garth Davis. Non poteva esordire nelle sale con lavoro migliore!

Il film è emozionante, ti tiene incollato sullo schermo sempre con onestà e sobrietà. Davis si preoccupa di dirigere esclusivamente la storia nel miglior modo possibile, senza cadere nel ricattatorio e nel ruffiano.

Sunny Pawar è il piccolo Saroo
Bellissima, quindi, la regia che regala scene intense, splendide e molte delicate. Ottimo ritmo costante non troppo lento che non è facile per un film drammatico!

Lo spettatore si immerge sin da subito nella vicenda e ne esce a visione completa commosso. Impossibile non innamorarsi del piccolo Saroo interpretato da un bravissimo e dolcissimo Sunny Pawar.

Eccellente Nicole Kidman in una delle sue migliori performance degli ultimi anni e ottimo Dev Patel, attore che merita più ruoli come questo. Rooney Mara e David Wenham chiudono il cast impeccabile dove è impossibile dire chi sia più bravo.

David Wenham, Dev Patel e Nicole Kidman

Bellissima la fotografia di Greig Fraser con un ottimo utilizzo dei colori: tonalità calde e affascinanti per l’India e colori più freddi nella seconda parte in Australia. Anche chi guarda il film si trova a desiderare di tornare in quei posti così belli ed esotici!

“Lion – La strada verso casa” è un bellissimo film da non perdere che entra nel tuo cuore e ci rimane. Non è un capolavoro, ma neanche ha ambizione di esserlo. E’ un dramma onesto ed emozionante, basta no?

 

 

VOTI FINALI
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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!