Home Rubriche Outsider Le Mele di Adamo – “Cult” humor danese

Le Mele di Adamo – “Cult” humor danese

Dopo aver scontato una pena detentiva il neonazista Adam, una mela marcia, violento e taciturno, viene spedito per un periodo di riabilitazione, nella parrocchia protestante gestita da Ivan.

Come ogni altro ospite della struttura anche ad Ivan viene assegnato un compito, quello di preparare una torta di mele prendendosi cura dei frutti che crescono rigogliosi sull’albero. Adam (il nome ovviamente non è casuale) è però profondamente nauseato dall’atmosfera bucolica del posto e dal buonismo di Ivan. Il pastore infatti dietro l’apparente serenità, nasconde profonde turbe psichiche legate al suo, a dir poco, tormentato passato.

Black comedy cinica e sarcastica, questo piccolo gioiellino scandinavo è il frutto di un autore all’apice della sua maturità creativa.

Il regista danese Anders Thomas Jensen oltre ad essere noto per la fortunata collaborazione con la regista Susanne Bier, ha anche firmato tre film Dogma, il n. 3 (Mifune – Dogma 3), il n. 4 (Il re è vivo) e il n. 28 (Open Hearts). E’ uno sceneggiatore brillante, capace di coniugare gli stilemi del cinema di genere al rigoroso e casto approccio cinematografico dei cineasti che si sono formati negli anni ’90 nel paese scandinavo.

L’impianto narrativo tipico delle commedie indie nord europee si arricchisce delle conflittualità religiose tipiche di questi paesi. Ipocrisia, repressione sessuale, la complessa articolazione socio culturale della Danimarca, sono solo alcuni degli spunti della pellicola di Jensen.

In auto Ivan e Adam ascoltano (e interrompono) sempre la celebre How deep is your love, leit motiv del film e che a ben vedere recita alcune parole chiave per interpretare la pellicola di Jensen: “Quanto è profondo il tuo amore, quanto è profondo il tuo amore. Intendo davvero imparare. Perché noi stiamo vivendo in un mondo di stupidi. Ci buttano giù quando tutti loro dovrebbero lasciarci essere”.

Il punto non è il male che ci piomba addosso come se non ci fosse un domani. Nè l’origine del male stesso, un fervente uomo di Chiesa con irrisolti problemi psicologici o un naziskin violento e intrattabile. Il punto è cosa ne fai del male. Come ogni singolo essere umano reagisce alle camionate di merda (perdonate il francesismo) che la vita ti scarica addosso. Non siamo peccatori alla nascita, non possiamo redimerci credendo ad un dogma religioso o politico. Ciò che invece vuole dirci il film è che abbiamo la responsabilità morale del nostro libero arbitrio e il dovere fare qualcosa di buono con le ore che ci restano da vivere come uomini e donne, prima di tornare ad essere polvere.

Ci soccorre la nobile citazione di De Andrè: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Fiori o meli che sia.