Nell’ultimo film del compianto Carlo Mazzacurati si intrecciano le storie di tre personaggi, quelle dell’estetista Bruna (Isabella Ragonese), del tatuatore Dino (Valerio Mastrandrea) e del bizzarro Padre Weiner (Giuseppe Battiston).
Nonostante siano mossi da diverse motivazioni sono tutti alla ricerca di una famosa sedia, appartenuta all’eccentrica Norma Pecche (Katia Ricciarelli) all’interno del quale sembra potersi trovare un grande tesoro.
La trama del film sembra molto semplice e potrebbe farci pensare ad un film con poche tematiche e di deciso stampo comico.
Ma non è così, perchè La sedia della felicità è molto di più.
E’ innanzitutto un film che nella sua comicità e semplicità fa comunque riflettere, sul tema per esempio della crisi, che è la ragione comune che lega i protagonisti alla ricerca del tesoro.
Seppur le loro storie e i loro background siano molto differenti.
La ricerca della sedia è per tutti un viaggio che proverà i protagonisti più moralmente che fisicamente.
Portandoli a cambiare significativamente le loro vite ed i loro obiettivi.
E’ un film in cui nonostante la storia si svolga principalmente intorno al duo formato dagli ottimi Mastrandrea\Ragonese (il primo dimostra sempre di più di eccellere sia nelle parti comiche che in quelle più serie e drammatiche e già da solo vale buona parte del prezzo del biglietto), possiamo notare la presenza di altri personaggi secondari che danno un ‘ottima caratterizzazione al film ed alla storia stessa.
Ne sono un valido esempio le interpretazioni di Raoul Cremona, Milena Vukotic, Natalino Balasso e Antonio Albanese.
Tutti hanno una loro piccola storia da raccontare e nessuno è inserito nel contesto per rimanere fine a sè stesso.
Una commedia surreale che lascia comunque spunti di riflessione nello spettatore, strutturandosi per tutta la sua durata sul labile confine che c’è tra la speranza ed il miraggio di una futuro migliore, elemento che accomuna i due protagonisti Dino e Bruna in primis, e che non prendendosi troppo sul serio, non risulta mai noiosa per tutta la sua durata.
In quella che è stata una delle sue ultime apparizioni pubbliche prima della sua scomparsa, il regista Carlo Mazzacurati ha ritirato per il suo film il Gran Premio Torino durante il Torino Film Festival del 2013.