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La malasanità in Romania: Colective

Colective è un docufilm/inchiesta di denuncia sulla mala sanità in Romania presentato fuori concorso all’ultimo Festival del cinema di Venezia.

Uno di quei film che ti fanno immediatamente venire  la voglia di fare qualcosa.
Il solito motivo, quello che spinge questi soggetti che organizzano un giro di affari sulle spalle di chi si rivolge giustamente agli ospedali per guarire  lo sterco del diavolo lo ha definito  recentemente qualcuno al Vaticano, e chi se no?
Anche la Romania non se la passa bene in termini di corruzione e si sa la corruzione può comparire ovunque anche in un settore come la salute pubblica.
Il problema però ovviamente esplode quando purtroppo ci scappa il morto.

Il fatto: Autunno 2015, una discoteca a Bucarest Club Colective, dove si sta esibendo  un gruppo metal, prende accidentalmente fuoco  e muoiono 27 persone.
Si fa intendere nel film anche che la discoteca  non avesse proprio dei sistemi di sicurezza efficienti.
Ci sono quindi di conseguenza anche un mucchio di feriti, parecchi ustionati.
E qui comincia un altro dramma: anche chi aveva subito ustioni del 10% non sopravvive.
Com’è possibile una cosa del genere?
Purtroppo è tutto vero, persone con il 10% di ustione sul corpo muoiono di setticemie in Ospedale.
Un giornale locale, non proprio un classico quotidiano, ma La Gazzetta Dello Sport  attraverso il suo capo redattore Catalin Tolontan, ha subito il sospetto che qualcosa non abbia funzionato negli interventi degli operatori sanitari.
Tanto di cappello a questi giornalisti perchè non deve essere stato  facile  affrontare un tale scandalo con così tanti interessi in ballo.
E cosi il giornale  senza mai demordere comincia a indagare pedinando e fotografando e cercando testimonianze all’interno delle strutture ospedaliere coinvolte.
Cominciano ad emergere tutta una serie di comportamenti, illegali a dir poco.

Al pubblico che dovrebbe  vedere questo docufilm l’arduo compito di seguire passo passo la sequenza degli eventi che si sviluppano in certi momenti come un thriller.
Un film ben congeniato e che racconta una sconcertante, quanto triste verità e che non punta sul sensazionalismo ma alla  dura e cruda realtà dei fatti accaduti.

Articolo a cura di Rossana Di Stefano