Ju Dou è un film del 1990 diretto da Zhang Yimou e Yang Fengliang, basato sul soggetto di Liu Heng.
In un villaggio rurale della China, Yang Tiaqing, un orfano quarantenne di ritorno dal servizio militare, riprende il suo posto nella tintoria dello zio,un uomo burbero e ostile.
Qui conoscerà Ju Dou, la terza moglie, una donna di notevole fascino che dovrà, nonostante le continue violenze,cercare di dare un erede al dispotico e sterile vecchio.
La pellicola si apre con una panoramica estesa sulla quiete dei paesaggi campestri, contrapposta agli ingranaggi rumorosi e quasi stridenti della tintoria.
Un dettaglio che si rivelerà di fondamentale importanza per la narrazione.
Zhang Yimou,attento estimatore della fotografia, darà vita ad un luogo magico.
I colori sgargianti delle stoffe, rosso arancio e giallo, diverranno un velo suggestivo su uno scenario pregno di violenza e dolore.
Il comune destino di schiavi renderà favore ai protagonisti,che troveranno nell’amore reciproco il pretesto per sopravvivere.
In questa pellicola, Zhang Yimou ci inizia ad un rapporto di rara passione, con scene sensuali talmente esplicite da rendere tangibile e autentico il dramma.
La giovane Ju Dou vedrà crescere nel suo grembo il frutto di un amore proibito, e a poco varranno i tentativi di Yang Tiaqing di proteggere se stesso e l’amata.
La morte accidentale dello zio sarà l’inizio di un iperbole di dolore e punizione,cui difficilmente i protagonisti potranno sottrarsi.
Carnefice, una società sorda e bigotta, che stringerà con cruda malvagità una morsa fatale sull’amore imperituro.
Il segreto divorerà le sorti funeste e si farà carne attraverso Yang Tianbai, figlio illegittimo e pugnale.
I rumorosi ingranaggi della tintoria lasceranno il posto alle urla laceranti, componendo una musica suggestiva e disarmante.
Il dramma giunge con annunciata consapevolezza all’annientamento della ribellione.
Una parabola mefitica con un finale di bibliche proporzioni.
Il fuoco brucerà ardente, purificherà i suoi profeti, e con ira distruttrice li punirà